Cambiamenti climatici, il bilancio del 2020: più di ottomila vittime e perdite per 210 miliardi di dollari. Dati che preoccupano e che spingono il pianeta di anno in anno verso l’insicurezza climatica.
Record di incendi boschivi e siccità. Il 2020 non è stato solo l’anno della pandemia, i cambiamenti climatici hanno segnato una elevata spina nel fianco del pianeta Terra. Le catastrofi naturali hanno ucciso più di 8000 persone e un danno economico di 210 miliardi di dollari, come afferma uno studio della compagnia Munich Re, tra uragani e temperature incredibilmente elevate. Un dato allarmante che va a superare le stime effettuate lo scorso anno.
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A fornirci altri dati sull’impatto del cambiamento climatico e delle catastrofi ambientali è una relazione pubblicata dal think-tank tedesco Germanwatch: 480.000 persone sarebbero morte a causa degli oltre 11.000 eventi meteorologici estremi, tra cui ondate di calore, tempeste e inondazioni che hanno avuto luogo tra il 2000 e il 2019. Spesso sono i paesi poveri a subire maggiori danni e a rischiare il maggior numero di vittime. Nel 2020 a Jakarta più di 66 persone hanno perso la vita nell’alluvione del 1 gennaio con più di 175 mila sfollati. Un evento significativo che descrive e sposa i dati riportati dalla relazione.
Cambiamenti climatici: i paesi che hanno subito maggiori danni
Uragani, incendi boschivi e inondazioni, per l’economia il danno è stato enorme ma in modo diverso per ogni paese. Gli Stati Uniti hanno patito più di tutti la furia climatica, spesso per via degli uragani: il danno stimato solo per gli Usa equivale a 95 miliardi di dollari. In Asia però si è registrato il danno più elevato, infatti, l’inondazione avvenuta in Cina a causa dei monsoni estivi ha causato danni per 17 miliardi di euro.
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In Europa le condizioni climatiche del 2020 hanno causato perdite per 12 miliardi di dollari. Un bilancio meno grave di quello degli altri paesi che però denota il forte rischio: hanno influito le grandi piogge in Francia e in Italia. La Croazia invece ha subito il più grande terremoto, quello del 29 dicembre, dopo 140 anni, una scossa di magnitudo 6.4 che era stata avvertita anche in Italia e che aveva causato la morte di almeno 7 persone e danni importanti a Petrinja.
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Ecco come l’Accordo di Parigi, dove i paesi si sono impegnati per la riduzione del riscaldamento globale e il mantenimento della temperatura media terrestre sotto i 2 gradi Celsius, con un aumento massimo a 1,5 gradi. L’obiettivo per il 2030 è un traguardo importante non solo per il mantenimento degli standard ma anche per una riconversione che punti alla diminuzione delle catastrofi ambientali e della salvaguardia delle vite. Entrano prepotentemente infatti gli investimenti strutturali ma anche quelli sugli strumenti normativi.