Raffaele Cutolo, il boss della camorra che ispirò canzoni e film, è morto: aveva 79 anni ed era malato da molto tempo.
Si è spento oggi a Parma l’ex boss della camorra, Raffaele Cutolo, fondatore nonché capo della Nuova Camorra Organizzata. Aveva 79 anni. Il suo nome è indissolubilmente legato a drammatici fatti di sangue: il suo primo omicidio a 22 anni, nel corso di una lite. Da quel momento in poi, iniziò la sua carriera criminale.
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Una carriera criminale, quella di Cutolo, che si concluse a inizio degli anni Ottanta, con il suo arresto, ma stando a quanto sostenuto, il boss avrebbe diretto dal carcere molti suoi affari. Al termine dei processi che lo videro protagonista, è stato condannato a quattro ergastoli da scontare a partire dal 1995 in regime di 41 bis.
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A tal proposito, Raffaele Cutolo ha portato avanti in carcere una battaglia per i diritti dei detenuti, arrivando a sostenere che era preferibile la pena di morte al 41-bis. Responsabile di crimini tremendi, nel 2014 – nel libro Ricordi in Bianco e Nero, che è uno scambio di lettere tra lui e la giornalista Gemma Tisci – parlò apertamente di angosce e paure legate a quel periodo criminale. Detenuto in diverse carceri italiane, divenne padre per l’ultima volta nel 2007 con inseminazione artificiale.
Nel 1990, suo figlio Roberto, pregiudicato, è stato ucciso a Tradate, in Lombardia, da affiliati della ‘ndrangheta. Il mandante di quell’omicidio è ritenuto il boss vesuviano Mario Fabbrocino, acerrimo rivale proprio di Cutolo padre. Da diverso tempo, Raffaele Cutolo era malato e già a febbraio 2020 pare avesse contratto il Covid-19. Aveva sempre rifiutato le cure, mentre il suo legale aveva chiesto gli arresti domiciliari per l’anziano boss. Questi non sono stati mai concessi. La moglie Immacolata Jacone è andata a trovarlo il 22 giugno 2020 e stando all’avvocato il marito non l’avrebbe riconosciuta. Si è spento così il 17 febbraio 2021, nel reparto detentivo dell’ospedale di Parma.
Soprannominato ‘O Professore dai suoi compagni di carcere, in quanto l’unico ‘acculturato’ tra i detenuti, Raffaele Cutolo fu personaggio che ha ispirato canzoni, romanzi e film. Don Raffaè di Fabrizio De André, scritta dal cantautore insieme a Massimo Bubola e contenuta nell’album Le Nuvole, pare sia dedicata proprio al boss della Nuova Camorra Organizzata, sebbene mai questa notizia abbia trovato conferma. Nel frattempo, c’è stato anche uno scambio epistolare tra camorrista e cantautore, che però non ammise che quei riferimenti alludessero direttamente a Cutolo.
Joe Marrazzo, padre di Piero Marrazzo e minacciato più volte di morte dalla criminalità organizzata, scrisse un romanzo, Il camorrista, vita segreta di Don Raffaele Cutolo, che al boss non piacque e che successivamente ispirò il film d’esordio di Giuseppe Tornatore del 1986 Il camorrista, in cui Cutolo è interpretato da Ben Gazzara. Al boss è ispirato anche il personaggio di Don Mimmo, detto ‘O ragioniere, nella serie televisiva Romanzo Criminale. Nel corso della sua carriera criminale, Raffaele Cutolo godette di grande popolarità nei ceti medio-bassi della popolazione campana, tanto che lo stesso boss sostenne che il suo impegno era nel “fare del bene, aiutare i deboli, far rispettare i più elementari valori e diritti umani”.
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