Una relazione della Direzione nazionale antimafia fa luce sul traffico di rifiuti verso il nord. Le mafie infiltrate e in alcuni casi radicate nel tessuto socio-economico del nord stanno invertendo la rotta del traffico illegale dei rifiuti: da sud a nord.
L’insediamento delle mafie nelle aeree “non tradizionali” ha portato, a partire dagli anni ottanta all’evoluzione delle attività criminose nei territori del nord. Spesso agevolati dai “trasferimenti coatti” di figure mafiose presso le regioni settentrionali.
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Per anni il traffico di rifiuti illegale dal nord verso sud è stato un punto cardine nelle attività della camorra, di Cosa Nostra siciliana e della ‘ndrangheta. Oggi la rotta sembra subire un variazione, i rifiuti partono da sud e vanno a finire nel nord del paese: a fare luce sulle dinamiche appena descritte è stata la Direzione nazionale antimafia nella “Relazione annuale 2020” al Parlamento.
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La relazione 2020
Come si legge nella relazione della Dna “L’originaria direttrice Nord-Sud che aveva caratterizzato per anni lo spostamento dei rifiuti dalle industrie di produzione del Nord ai siti abusivi nelle Regioni del Sud, in primis la Campania è stata progressivamente invertita, sia in ragione della sempre più radicata presenza al Nord della criminalità organizzata, sia a seguito della realizzazione in quei territori di un numero cospicuo di termovalorizzatori”.
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Questo non vuol dire che il sud si trovi in uno stato di “bonifica”. I dati sul traffico illegale di rifiuti verso il sud mantengono alta l’attenzione delle unità investigative. Negli ultimi decenni certamente le cose sono cambiate “La successiva affermazione della ‘ndrangheta nelle Regioni settentrionali e la sua conseguente infiltrazione nelle aziende del settore edilizio e della gestione di movimento terra e scavo, determinò l’utilizzo di cantieri edili per il tombamento dei rifiuti”. Spesso il numero di questi rifiuti, trafficati in quantità altissime ostacola il normale smaltimento, le organizzazioni criminali ricorrono spesso agli incendi: arrecando un danno enorme anche dal punto di vista ambientale. Attività in grande aumento a Milano, Venezia e Torino che vedono balzare le percentuali sui reati ambientali.
Il sistema criminale
“Il traffico illecito di rifiuti continua a rappresentare una grande emergenza” avverte la Dna sulla relazione. “lo smaltimento continua a essere appannaggio di un sistema criminale imperniato intorno a tutti i soggetti che ne gestiscono il ciclo, dalla produzione e raccolta, al trattamento e smaltimento finale”, con l’apporto “fondamentale” degli “intermediari” che “dispongono recupero e smaltimento dei rifiuti per conto terzi” e ai quali si rivolgono “i produttori dei rifiuti per trovare soluzioni che abbattano i costi dello smaltimento […] la fase finale dell’illecito smaltimento concretizza la maggiore aggressione alle matrici ambientali e alla salute pubblica”. Un nodo che tocca anche gli appalti pubblici dove le mafie non perdono l’occasione di concorrere, con metodi illeciti e complessi rapporti con la zona grigia, anche nelle attività di bonifica ambientale.