Covid-19, passi avanti della ricerca nello studio di anticorpi monoclonali
Nella battaglia contro il Covid-19, e per contrastare la diffusione delle varianti Sars-Cov2, due aziende farmaceutiche stanno annunciando una collaborazione per riuscire a studiare la combinazione giusta di anticorpi monoclonali in diverse parti.
La varianti del Sars-Cov2 stanno suscitando diversi allarmi anche nei Paesi dove ci sono vaccinazioni più spedite e più organizzate. Bisogna vaccinare quante più persone possibili, proprio per rendere difficile lo sviluppo di mutazioni e il susseguirsi di scenari fatali.
Le aziende farmaceutiche Eli Lilly and Company e Vir Biotechnology, in collaborazione con GlaxoSmithKline hanno annunciato la loro collaborazione, stanno unendo le forze per valutare se combinando due anticorpi monoclonali diversi ci sono risultati incoraggianti per contrastare la diffusione del virus.
L’unione fa la forza quando si tratta di sconfiggere il Covid-19 con anticorpi monoclonali
Con un virus come il Sars-Cov-2, sin dalle prime battute si temeva che potessero svilupparsi delle varianti che avrebbero potuto richiedere nuove opzioni e terapie alternative. L’azienda Lilly sta cercando si studiare insieme ad altri anticorpi neutralizzati, alcune soluzioni per impedire la diffusione delle varianti nel virus.
L’aggiunta del “VIR-7831” allo studio della combinazione di anticorpi monoclonali, è una parte importante per quanto riguarda il trattamento di ceppi attuali, futuri e passati del Covid-19.
Il bamlanivimab (LY-CoV555) da 700mg con VIR-7831 da 500 mg, sono due anticorpi che si legano a una tipologia di proteine di superficie, chiamate epitopi, i quali vengono riconosciuti come proteina spike Sars-Cov-2.
Il bamlanivimab è una specie di anticorpo che agisce in maniera diretta contro la proteina spike del Sars-Cov-2, il quale è progettato per bloccare l’attacco virale e l’ingresso del virus nelle cellule umane, neutralizzando il virus e impedendone la diffusione.
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Il VIR-7831 è un anticorpo monoclonale che agisce su due fronti, è stato selezionato per lo sviluppo clinico in base al suo potenziale di bloccaggio per quanto riguarda l’ingresso virale nelle cellule sane. L’anticorpo è in grado di eliminare le cellule infette, e fornisce un’elevata barriera di resistenza per quanto riguarda la diffusione rapida del virus.
La FDA (Food and Drugs Administration) ha concesso l’autorizzazione all’uso di emergenza per gli anticorpi studiati dalla azienda Eli Lilly. Come il bamlanivimab (LY-CoV555) 700mg e l’etesevimab (LY-CoV016) 1400mg.
La terapia studiata e autorizzata dalle autorità, è mirata solo al trattamento del Covid da lieve a moderato nei pazienti che vanno dai 12 anni fino al progredire della malattia in grave condizioni.
Nel Regno Unito, uno studio ha dimostrato che la somministrazione del farmaco impiegato nel trattamento dell’artrite ai pazienti gravi di Covid, può ridurre in maniera drastica il rischio di mortalità, rispetto alle cure standard e convenzionali.
Per ogni 25 pazienti curanti con il tocilizumab, l’anticorpo monoclonale, usato in aggiunta a degli steroidi, è stato calcolato che si riesce a salvare la vita di un paziente in più. Inoltre i pazienti curati con questa terapia, hanno ripreso le loro attività più velocemente, riducendo i recoveri in terapia intensiva.