La gestione del Recovery Plan e il piano Next Generation EU saranno le prime pentole bollenti per il premier Draghi: sono già 18 i paesi che hanno presentato a Bruxelles le bozze del piano di ripresa. La Francia è tra queste e il “France Relance” potrebbe essere un modello da seguire.
Tra i paesi dell’Ue che hanno coltivato il proprio “Recovery Plan” sicuramente c’è la Francia. Macron ha dato via al programma per la modernizzazione della Francia, il cosiddetto “France Relance”, un piano da 100 miliardi annunciato già il 3 settembre del 2020 dal primo ministro Jean Castex.
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La Francia, come la maggior parte dei paesi europei si trova nel pieno della crisi pandemica, le chiusure hanno rallentato l’economia e la difficile gestione del virus non ha fatto sconti al Pil: meno l’8% del PIL. La Francia ha già presentato il suo “France Relance”. Si tratta di 100 miliardi, di cui 40 da fondi europei e 60 miliardi immessi dallo Stato francese, un piano che punta a ripristinare la situazione pre-covid entro il 2022.
Un documento di 296 contiene tutte le misure, suddivise per ogni settore. E la Francia da questo punto di vista ha seguito le indicazioni ricevute Bruxelles. 30 miliardi saranno investiti sulla per transizione ecologica, altri 34 miliardi per competitività delle imprese e 36 miliardi per la coesione sociale.
Il “France Relance” specchiandosi un po’ sulle dichiarazioni rilasciate in questi mesi da Macron, punta soprattutto sulla transizione ecologica. Molte di queste risorse avranno infatti, secondo il piano, un grande impatto nell’investimento sulle energie rinnovabili, in particolar modo sull’idrogeno.
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In Francia la scelta è stata quella di unire fondi europei e fondi interni per il piano di rilancio, in un paese che, proprio come l’Italia sta facendo i conti con la disoccupazione (soprattutto giovanile), la chiusura delle attività e una economia in stallo a causa della pandemia globale. La Francia punterà proprio sulle assunzioni e gli incentivi alle imprese, anche per la formazione, un piano che sostiene quello già avviato dal governo che ha già fatto registrare un aumento dei contratti da parte delle aziende.
Per garantire il controllo l’amministrazione francese ha dato poteri su tutto il territorio a 50 viceprefetti, che fungeranno da meccanismo di controllo e garanzia per l’utilizzo dei fondi del Recovery plan.
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