Genova, bloccata la sopraelevata. Ieri alcuni ristoratori hanno protestato aprendo le proprie attività e sono stati multati
Ieri la protesta in molte città italiane con l’apertura delle proprie attività sfidando divieti e sanzioni. Oggi di nuovo in piazza in modo particolare a Genova. Nel capoluogo ligure la forma di dissenso contro il blocco della attività causa Covid è stata particolare con circa 1000 persone in piazza nel pomeriggio.
C’è stata la protesta simbolica della consegna delle chiavi al Prefetto della città. In piazza anche fornitori e lavoratori nell’indotto. La Liguria è in zona arancione pertanto l’assenza obbligato di molti ristoratori sul posto di lavoro ha favorito l’adesione causata anche dalla beffa dell’ultimo weekend.
Si credeva infatti che per San Valentino qualcosa fosse concesso per consentire agli imprenditori del settore di respirare un po’ ma così non è stato. Oggi dalla 15 le strade sono state invase con tanto di fischietti, fumogeni ma anche gli strumenti principali del lavoro come mestoli e padelle. Il traffico è andato in tilt ed è stata bloccata la strada Sopraelevata.
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Genova, la città in protesta: “Vogliamo lavorare”
Ristoratori in piazza a Genova contro zona arancione https://t.co/OIev6afKr7
— ANSA Liguria (@ansa_liguria) February 15, 2021
Le proteste sono state esasperate dalla zona arancione e dalla mancata posticipazione della sua entrata in vigore di essa come il governatore Giovanni Toti aveva chiesto per consentire qualche entrata nella giornata di San Valentino.
Tra i manifestanti anche Ivano Ricchebono, noto chef che a Repubblica ha commentato dicendo che i ristoratori si sono svegliati e che la manifestazione di oggi è andata bene. “Noi dobbiamo assolutamente tornare a lavorare” è il suo pensiero che riassume anche quello di molti.
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Ieri tanti i ristoratori e i clienti multati che hanno deciso di protestare contro le restrizioni facendo ciò che avrebbero fatto in un normale San Valentino. Dalla loro parte anche lo stesso Toti che si è detto comprensivo delle proteste ma che comunque le leggi “vanno rispettate”.