Giuliano e Vera: il documentario sull’amore infinito
Durante la Festa del Cinema di Roma il regista Fabrizio Corallo presenta Vera & Giuliano, un documentario dedicato al grandissimo amore e al sodalizio che hanno dovuto affrontare il regista e sua moglie.
Stiamo parlando di Vera Pescarolo e il regista Giuliano Montaldo, i due sono i protagonisti della pellicola presentata da Fabrizio Corallo, giornalista, autore, e regista, tra le sue opere troviamo “Sono Gassman! Vittorio re della commedia”, “Citizen Rosi” e “Siamo tutti Alberto Sordi”, il suo modo di raccontare le storie non è mai stato invadente, è riuscito ad entrare nelle case e nelle emozioni delle persone grazie all’amore verso la cinepresa e all’arte in sé per sé.
Il risultato della sua ultima opera Vera & Giuliano, è un documentario prodotto in concomitanza con Rai Cinema, ed è stato presentato alla quindicesima Festa del Cinema a Roma.
Vera e Giuliano, la trama del documentario
Questa è la storia di un uomo e una donna senza tempo, sono due persone speciali, che riescono a mostrare il loro impegno comune verso il cinema e la passione che hanno su quest’ultimo. Coltivano le loro passioni e le loro ambizioni aiutandosi l’un l’altra e tenendosi sempre per mano.
Grazie a Montaldo, Vera riesce a ripercorrere la sua vita e viceversa, i loro momenti non sono mai stati scontati e la loro vita non è mai stata monotona. Nella pellicola prevalgono il senso di libertà e di autenticità, i quali sono principi fondamentali per entrambi.
I due si conoscono in una nave, mentre Vera sta per andare negli Stati Uniti, aveva degli abiti bianchi con occhiali da sole bianchi. Durante la loro storia, il regista le chieste di lasciare le scene e passare la vita con lui, mentre Mussolini nel frattempo le scrisse un telegramma dicendole che poteva sposare Giuliano ma doveva continuare a recitare per il bene dell’Italia.
Giuliano Montaldo, nasce a Genova, la città dove c’erano cinque cinema sotto i portici e altri sette in una multisala. L’uomo recitava in un piccolo teatro, fu notato da Carlo Lizzani, il quale gli chiese di fare l’attore per il suo film Achtung Banditi, per poi interpretare i panni di un commissario partigiano. Giuliano quando aveva 15 anni era davvero un partigiano esattamente nel 1945.
Una volta accettata la proposta di Carlo Lizzani, per Giuliano si spalancarono le porte del cinema, facendo il suo primo film da regista “Tiro al piccione”, il film riscontrò più critiche che elogi, in quel momento Giuliano capì che doveva abbandonare il cinema.
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L’occasione da non farsi scappare e la carriera da regista
Il momento giusto arrivò quando fu chiamato dal produttore Leo Pescarolo, il quale lo salvò, ricevendolo nel suo ufficio e proponendoli un’offerta di lavoro dinanzi alla donna che poi sarebbe diventata sua moglie.
Il documentario viene narrato in maniera fluida e veloce, tra i ricordi della figlia Elisabetta Montaldo, e il nipote di Giuliano Inti Carboni, il quale venne scelto per lo sceneggiato “Marco Polo”, nel 1982. Attualmente è un produttore e aiuto regista, il quale ha collaborato fianco a fianco con i suoi nonni sul set.
Il regista Corallo, ha dichiarato di aver ascoltato e filmato tutti gli spezzoni e i racconti della coppia in maniera disinvolta e incantata, in fase di montaggio sono stati assemblati per riuscire a dare le stesse emozioni provate dal regista.
Nel film potremo trovare lezioni di vita e impegno civile, lezioni di dignità e di stile, la storia del cinema mista alla storia d’Italia in un continuo roteare di entusiasmi, indignazioni e divergenze.
Montaldo ha dichiarato di aver avuto un amore continuo con sua moglie, dicendo che a Vera piace litigare ma anche far la pace, se non ci fosse stata lei, molto probabilmente Giuliano non avrebbe mai fatto questo mestiere.