Rosy Bindi, la due volte ministro ha lasciato la politica dal 2018. Una riforma del 1999 porta sul suo nome
La politica e il cattolicesimo. Entrambe le passioni vissute intensamente e da vicino. La prima in primo piano con incarichi importanti come quello di Ministro della Salute. La seconda più privata e meno visibile ma comunque nota e sentita.
Ieri Rosy Bindi ha compito settant’anni e ha concesso un’intervista a Repubblica. Da qualche anno è più distante dalla politica e si è dedicata più alle sue passione e dunque ha avuto più tempo per vivere diversamente la fede. Ha fatto anche il famoso Cammino di Santiago di Campostela, il percorso più breve: 120 chilometri in cinque giorni, “non male”, ha commentato.
Nell’intervista ha parlato ovviamente anche del nuovo corso politico dell’Italia, iniziato ufficialmente oggi con il giuramento di Mario Draghi e dei suoi ministri, uomo nel quale ha fiducia anche se avrebbe dato ancora qualche possibilità a Giuseppe Conte.
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Rosy Bindi, dall’omicidio delle Br al ministero: la carriera
#ugdp @Radio1Rai ora ospita #RosyBindi, che oggi compie gli anni! pic.twitter.com/JKdnEtkKvi
— Un Giorno da Pecora (@1giornodapecora) February 12, 2021
Laureata in Scienze Politiche, nel giorno del suo compleanno del 1980 era assistente del docente universitario di Vittorio Bachelet quando fu ucciso dalla Brigate rosse, in sua presenza. Iscritta nella Democrazia Cristiana entrò poi nel Partito Popolare Italiano e nella Margherita. Con la vittoria del centrosinistra a guida Prodi nel 1996 divenne Ministro della Salute.
Con la nascita del Servizio Sanitario Nazionale nel 1978 e la prima modifica al sistema del 1992, nel 1999 fu autrice dell’ultima riforma del SSN. Con la seconda vittoria di Prodi nel 2006 fu nominata di nuovo ministro questa volta alle politiche per la famiglia.
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Nel 2007 aderisce al Partito Democratico e dal Parlamento che esce dalle elezioni del 2008 viene eletta vice presidente della Camera. Nella legislatura successiva e fino al 2018 sarà alla presidenza della Commissione Antimafia. Per le elezioni di quell’anno non si è candidata, lasciando la politica istituzionale.