Il tema della chiusura della scuola è dall’inizio pandemia da Covid uno dei dibattiti più infuocati tra l’opinione pubblica e le istituzioni governative, la gestione non è semplice e le nuove varianti preoccupano gli esperti, il coordinatore del CTS Miozzo avvisa: “La terapia più efficace sarebbe un lockdown totale per altri due mesi. Ma non possiamo permetterci questa terapia”.
In una intervista rilasciata a Il Giornale oggi in edicola Il coordinatore del Cts Miozzo ha evidenziato la fase saliente della pandemia e ha ribadito i rischi e le misure da appore per non ricadere in una nuova ondata all’insegna delle recenti varianti del Covid-19. Esprimendosi fondamentalmente su due punti cruciali, Miozzo ha chiesto di valutare bene l’eventuale chiusura delle scuole, ammonendo le misure azionate dal governo di apertura delle attività con pochi condizionamenti, soprattutto per le attività di ristorazione.
Afferma Miozzo nell’intervista che “le riaperture che si stanno autorizzando comportano un rischio relativo. Poco incide il singolo settore sull’Rt ma se sommiamo i settori generiamo una somma esponenziale dei rischi. Questo è il vero dilemma con cui ci dobbiamo confrontare nelle prossime settimane se non vogliamo arrivare a condizioni che impongano di nuovo dolorose e insostenibili chiusure”.
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“Se l’evoluzione del contagio ci evidenzia rischi reali all’interno delle scuole non possiamo ignorarli. Ma dobbiamo dimostrare che questa nuova variante può ostacolare la normale attività scolastica […] se anche nel nostro Paese si evidenzierà che ragazzi e bambini sono portatori certamente si deve chiudere, anche se questa prospettiva mi provoca un grande dolore. La scuola non è invulnerabile né intoccabile”.
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Miozzo ha sempre ribadito il suo esito favorevole per la didattica in presenza ma ha anche più volte affermato la necessità di valutare se questo può avvenire in sicurezza.
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Nel novembre scorso si era espresso così sul tema scuola “Se dipendesse da me avrei riaperto le scuole da tempo, e oggi non posso che essere solidale con i ragazzi, fanno bene a protestare. Vorrei poter scendere anch’io in piazza con loro, convinto come sono che la didattica a distanza sia un eccellente strumento pedagogico, molto utile in situazioni di emergenza, ma non può essere l’escamotage, la scorciatoia alla nostra evidente incapacità di riorganizzare un percorso scolastico tradizionale compatibile con l’epidemia in corso”
“Ma non sono per tenere le scuole aperte a ogni costo […] ho sempre contestato la decisione presa in molte parti del Paese a casa i ragazzi ma di lasciare aperti i centri commerciali, semmai avrebbe dovuto essere il contrario”. Anche per Miozzo però l’ipotesi lockdown sembra cedere il passo “Servono interventi chirurgici. Bisogna far scattare zone rosse in quei territori in cui i contagi crescono, circoscrivere e delimitare con grande rapidità”.
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