Trump accusato per la seconda volta di impeachment per aver istigato l’assalto al Campidoglio di Washington, viene assolto.
In diversi Stati del mondo, tra cui appunto gli Usa, si prevede la messa in stato d’accusa di una persona che detiene un’altra carica pubblica, e il rinvio a giudizio qualora si ritenga che abbiano commesso determinati illeciti nell’esercizio delle loro funzioni.
Per l’avvenimento del 6 gennaio 2021, in cui alcuni sostenitori del presidente uscente Donald Trump contestano il risultato delle elezioni presidenziali del 2020 tramite l’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti, viene imputato l’ex presidente americano, il quale viene accusato di aver incitato le accese proteste.
Sette repubblicani hanno votato contro il presidente: il numero più alto di defezioni nel partito dell’imputato nella storia dell’impeachment. Ma un numero comunque insufficiente: per la condanna sarebbe stato necessario che almeno 17 senatori repubblicani gli votassero contro.
A favore ci sono stati invece 57 voti, di cui appunto sette repubblicani. I no sono stati 43. Per la condanna erano necessari 67 voti, ossia i due terzi dei 100 senatori.
La difesa dell’ex presidente ha considerato “ingiusto” il processo, un “atto di vendetta politica”. La sua condanna gli avrebbe impedito di candidarsi nuovamente per incarichi pubblici, mentre Trump, felice della vittoria, ha commentato: “la mia avventura politica è appena iniziata“.
È la seconda volta infatti che Donald Trump, durante la sua carica di presidente degli Stati Uniti, viene accusato di impeachment. La prima procedura è stata avviata il 24 settembre 2019 dal presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti Nancy Pelosi.
La procedura ha preso avvio dopo che un informatore ha dichiarato che il presidente Trump e altri funzionari del governo avrebbero fatto pressioni su alcuni leader di nazioni straniere, in particolare l’Ucraina, come arma di ricatto per spingere il governo ucraino a danneggiare un suo avversario politico, avviando nei rispettivi paesi indagini rivolte contro l’ex vicepresidente degli Stati Uniti e candidato democratico alle elezioni presidenziali del 2020 Joe Biden e suo figlio Hunter. Tali azioni sarebbero un abuso di potere della presidenza per favorire gli interessi personali e politici di Trump.
Il processo si è concluso il 5 febbraio 2020 con la sua assoluzione.
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