È dunque un fisico colui che ricopre la carica di un nuovo ministro mai esistito prima, eppure centrale negli anni a venire: il Ministero della Transizione ecologica
Nel curriculum di Roberto Cingolani spicca la direzione dell’Istituto italiano di Tecnologia (IIT), che sotto la sua guida ha saputo imporsi come centro di eccellenza internazionale su temi come la robotica e l’Intelligenza artificiale.
Nato a Milano nel 1961, Cingolani si è laureato in fisica all’Università di Bari, dove ha conseguito anche il dottorato, per poi specializzarsi alla Normale di Pisa. È stato ricercatore al Max Planck Institut di Stoccarda, in Germania, visiting professor all’Institute of Industrial Sciences della Tokyo University e alla Virginia Commonwealth University, negli Stati Uniti. Nel 2000 è diventato professore ordinario di Fisica Sperimentale all’Università di Lecce. E un anno dopo nella città pugliese ha fondato e diretto il National Nanotechnology Laboratory dell’Istituto Nazionale di Fisica della Materia.
Grande organizzatore, viene scelto nel 2003 dall’allora ministro delle Finanze Giulio Tremonti e dal suo consigliere Vittorio Grilli come direttore scientifico dell’IIT di Genova. Si caratterizza per essere una struttura unica nel suo genere in Italia, conta su un finanziamento da 100 milioni di euro l’anno e su un profilo giuridico particolare: un istituto pubblico governato come una fondazione privata. L’anomalia dell’Iit finisce per attirare su Cingolani gli strali di parte del mondo accademico italiano. Lui risponde rivendicando i risultati dei suoi laboratori e soprattutto la capacità di attrarre talenti anche stranieri in un Paese che di norma non riesce a trattenere neppure i suoi di scienziati.
Dal 1º settembre 2019, fino alla chiamata di Draghi, Cingolani era responsabile dell’innovazione tecnologica di Leonardo, un’azienda italiana attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza.
Ora però il fisico dovrà gestire la transizione ecologia dell’Italia. E i 70 miliardi che, sui 209 totali, secondo la Commissione Ue il nostro Paese dove investire per rivoluzionare trasporti ed energia. Con l’obiettivo di azzerare le emissioni di CO2 entro il 2050.
Durante la direzione dell’Istituto Italiano di Tecnologia, Roberto Cingolani è stato oggetto di una polemica riguardo la gestione delle risorse. Durante un’intervista data a Riccardo Iacona, per il Presa Diretta, si difende così:
«non ci sono le risorse… per adesso stiamo anticipando lavoro gratuitamente», dice il Direttore scientifico dell’IIT. Eppure, il Governo aveva stanziato, per Decreto Legge, 80 milioni a favore dell’istituto genovese.
Ammontava a 430 milioni di euro la cifra risparmiata dall’istituto e che non era stata ancora spesa, Cingolani risponde che erano depositati in un conto infruttifero in Banca d’Italia: «lo Stato lo può utilizzare per la Ricerca, per gli esodati, per gli stadi, sono affari suoi. Io non posso accedere a quel fondo». Conclude l’ex direttore riguardo la vicenda: «è un risparmio di sana gestione».
Le polemiche si fanno ancora più infuocate quando, l’allora premier Matteo Renzi, decide di affidare a Cingolani la progettazione di un polo scientifico da realizzare nell’ex area Expo a Milano. Il fisico propone lo Human Technopole, ma senza interpellare il mondo accademico.
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