Filippo La Mantia nel 1986 è stato vittima di un errore giudiziario. Restò in galera per qualche mese: la sua storia
Filippo La Mantia è conosciuto come chef della cucina tradizionale siciliana. La sua però non è una vita passata solo dietro a fornelli ma anche dietro le sbarre per un errore giudiziario. Non solo, La Mantia è stato anche fotoreporter. Insomma, nella sua gioventù aveva fatto tante cose ma alla fine ha fatto della propria passione il suo lavoro.
Nato a Palermo nel 1960, come quasi tutti quelli che coltivano la passione per pietanze e padella comincia da ragazzino a frequentare la cucina. Come detto, però, è un fotoreporter e i suoi scatti dell’omicidio del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa vanno sulle prime pagine di alcuni giornali locali.
È il 1982 e dopo qualche anno un altro omicidio di mafia segnerà negativamente il suo destino. È il 6 agosto 1985 quando cosa nostra a guida corleonese con a capo Totò Riina uccide il vice questore di Palermo Antonino Cassarà detto Ninni.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Cecilia Cantarano, curiosità sull’influencer: TikTok e Instagram
Filippo La Mantia, storia di un errore giudiziario
Le parole di @FILIPPOLAMANTIA sono un dolore enorme nel periodo #COVID19 come giustamente dice @myrtamerlino “lui vive di cucina, del suo lavoro e delle sue passioni” https://t.co/VRFh6dtLL7 Ragazzo straordinario al quale siamo molto legati. Forza caro Filippo!!!!
— Comunicare Digitale (@ComunicareDigit) February 9, 2021
La Mantia sarà ancora protagonista come nel caso di Dalla Chiesa ma questa volta come imputato per errore giudiziario. Nel 1986 passerà qualche mese nel carcere dell’Ucciardone di Palermo. Chi uccise il vice questore sparò da un appartamento lì vicino dove il futuro chef aveva vissuto, ma fino a otto mesi prima. Scoperta la sua totale estraneità ai fatti, il giorno della vigilia di Natale torna in libertà.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Super Cashback, ecco quante transazioni servono per scalare la classifica
In carcere, però, fece una cosa che gli piaceva e anche bene: cucinare. Dopo il carcere ha 25 anni e si dedicherà solo alla cucina. Dopo anni di lavoro e sacrifici riesce a realizzare il suo sogno e Milano apre Oste e Cuoco, un ristorante tutto suo. Dopo il matrimonio con Stefania Scaranti, autrice televisiva, è impegnato con Chiara Maci, anche lei nel mondo della cucina in quanto foodblogger.