Il prossimo 29 marzo, a Vicenza, partirà il processo sulla contaminazione da Pfas. Sul banco degli imputati 15 ex manager della Miteni spa, la società nel Vicentino responsabile dell’inquinamento.
Qualcuno ha definito il processo del prossimo 29 marzo un maxi-processo, vista la mole e la cronistoria dei fatti accaduti a partire dagli anni sessanta. Il 25 gennaio, Roberto Venditti, giudice per l’inchiesta preliminare ha ricostruito il filo conduttore dell’inchiesta: si parte dagli anni sessanta, per la fase storica, per arrivare al 2014, quando la vicenda entrò vivo, dopo lo sversamento delle sostanze sostitutive di Pfos e Pfoa (C6O4 E GenX) nell’ambiente, che avevano causato l’avvelenamento della falda acquifera di Almisano.
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L’avvelenamento delle acque venete era arrivato sotto i riflettori nel 2018, quando le analisi dell’Arpav (Agenzia per la Prevenzione e Protezione dell’Ambiente in Veneto) avevano portato alla luce i livelli di inquinamento delle acque.
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Secondo l’accusa la Miteni srl era addetta al recupero della sostanza inquinante per l’azienda olandese Chemours De Namour. Dopo aver recuperato la sostanza l’azienda del vicentino rimandava il tutto all’origine. Duro l’attacco di Greenpeace che tuona contro la gestione della Regione Veneto rea di aver rilasciato nel 2014 l’autorizzazione ambientale senza limiti per quanto riguardava lo smistamento e lo sversamento delle sostanze, un comportamento che l’organizzazione a tutela dell’ambiente ha classificato come di “gravissima negligenza”.
Possibile bancarotta fraudolenta quella della Miteni srl alla fine del 2018. Si sono costituite ben 229 parti civili, molte di queste sono famiglie che hanno subito contaminazioni nel sangue; altre categorie invece sono rappresentate da ex lavoratori, dalle amministrazioni pubbliche e dalle associazioni ambientaliste. A far parte del fronte delle parti civili anche la Regione Veneto.
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L’accusa punterà sulla relazione effettuata dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri dove si evince che la Miteni srl pur facendo effettuare delle analisi per controllare lo stato dell’inquinamento non ha mai trasmesso i dati agli organi competenti. Dopo il processo per i fatti del Petrolchimico di Marghera, il processo che vede protagonista la Miteni srl potrebbe essere il secondo più grande della storia veneta.
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