La proposta per il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) parte da qui: una svolta ambientale dettata dalla neutralità fiscale e tecnologica.
Al centro del programma del premier incaricato Mario Draghi c’è la questione ambientale. Una priorità che andrebbe a collocarsi tra le prime pagine del programma dell’ipotetico esecutivo. Si tratta di un quarto di risorse del Bilancio Ue 20121-2027, più il 37% delle risorse di Next generation Eu. L’obiettivo è quello di ridurre le emissioni, ben oltre il 55% entro il 2030.
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70 miliardi di euro che saranno investiti sulla transizione energetica, 7 di questi verranno invece indirizzati alla proiezione del paese verso l’economia circolare e all’agricoltura sostenibile; 30 all’efficienza energetica e 15 alla tutela territoriale. Gli investimenti impatterebbero su misure già in atto, come il superbonus del 110% e gli incentivi per la mobilità elettrica, l’investimento però darebbe una spinta maggiore rispetto alla situazione attuale.
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Altri provvedimenti fatti su misura dovrebbero avere effetti su specifiche tecnologie. Il (Pniec) redatto lo scorso anno sosteneva gli acquisti dei macchinari ma tralasciava il sistema energetico.
Sembra che il nostro paese non sia poi così indietro sul profilo ambientale. Abbiamo colto gli obiettivi per il 2020. I costi per la conversione green si sono ridotti ma in alcuni casi le difficolta burocratiche sono ostacoli insormontabili. Il secondo passo dovrebbe convergere in tal senso sulla semplificazione delle procedure, ad oggi farraginose.
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Nel Pnrr si punterebbe alla conversione green tralasciando però quella parte importante sui vantaggi dell’idrogeno blu, ricavato dal metano con le tecniche di “carbon capture”. Su questo l’Italia godrebbe di un netto vantaggio rispetto ad altri paesi. L’obiettivo principale andrebbe quindi ricercato in una conversione neutrale con sussidi ad hoc, con delle eccezioni naturali per le aziende con costi per la riduzione delle emissioni più alti e per il comparto privato.
Un altro punto importante verte anche sul comportamento dei consumatori, un punto di svolta anche nel valore civile della conversione alla green economy. Il comportamento sociale è un punto su cui il paese sarà costretto a lavorare con l’informazione e le agevolazioni.
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