La Corte potrà aprire indagini sui presunti crimini di guerra. Una decisione storica quella presa venerdì 5 febbraio 2021 dalla Corte penale internazionale, con sede all’Aja.
Una decisione attesa da più di un anno quando la Procuratrice della Cpi, Fatou Bensouda, aveva annunciato la fine dell’esame preliminare sulla questione palestinese, chiedendo però se ci fosse una possibilità di giurisdizione. La Corte ha stabilito di sì. Questo permetterà alla Procuratrice Fatou Bensouda di aprire un procedimento contro Israele e Hamas per crimini di guerra in Cisgiordania, Gerusalemme est e Striscia di Gaza, come riportato dal quotidiano israeliano Haaretz.
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Israele non ha mai ratificato il trattato istitutivo della Corte. Le autorità palestinesi avevano invece ratificato il trattato istitutivo della Cpi nel gennaio 2015 entrando, da allora, a far parte degli Stati Parte della Corte. La Palestina ha da sempre richiesto a gran voce delle indagini per crimini di guerra nei confronti di Israele, nell’ambito del conflitto nel 2014 nella Striscia di Gaza e per le attività di costruzione da parte di Israele a Gerusalemme e in Cisgiordania.
Come riporta il quotidiano Haaretz alla decisione è seguita la dura reazione del Primo ministro israeliano Netanyahu che commentando la notizia ha dichiarato “Oggi si è dimostrato ancora una volta che la corte è un’istanza politica e non giudiziaria […] Continueremo a proteggere i nostri cittadini e i nostri soldati in ogni modo dalla persecuzione legale”, opposta naturalmente la reazione delle autorità palestinesi che tramite il ministro degli Affari civili Hussein Al-Sheikh hanno commentato così la decisione: “Una vittoria della verità, della giustizia, della libertà e dei valori morali”.
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La decisione della Corte penale internazionale preoccupa la Casa Bianca che ha dichiarato, tramite il portavoce del Dipartimento di Stato americano: “Siamo seriamente preoccupati per i tentativi di esercizio di giurisdizione da parte della Corte penale internazionale sull’esercito israeliano. Abbiamo sempre adottato la posizione secondo la quale dovrebbe essere riservata la giurisdizione del tribunale ai paesi che lo accettano o sono deferiti dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”.
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