Il noto alpinista e sciatore Carlalberto “Cala” Cimenti è morto insieme all’amico escursionista Patrick Negro a causa di una valanga. I due sono stati ritrovati senza vita sotto la neve.
La tragedia in montagna del pomeriggio di ieri, lunedì 8 febbraio, in Alta Valle di Susa ha visto morire gli alpinisti Carlalberto Cimenti e Patrick Negro. I due amici stavano facendo un’escursione sulla neve quando improvvisamente, nell’area compresa tra la Cima del Bosco e del Col Chalvet, al confine con i comuni di Cesana e Sauze di Cesana, sono stati sorpresi da una valanga.
Cimenti, detto “Cala”, era un’escursionista e sciatore estremo particolarmente noto ed era un veterano dell’Himalaya. Tra circa una settimana avrebbe compiuto 46 anni. Negro invece, che aveva 50 anni, era un ex capostazione del Soccorso alpino di Pragelato e membro della Sestrieres Spa, che gestisce gli impianti del comprensorio Vialattea, dove si svolsero le Olimpiadi invernali del 2006. I due alpinisti erano entrambi residenti a pochi chilometri dal luogo della tragedia.
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Il ritrovamento dei due alpinisti
Quando “Cala” Cimenti e Patrick Negro non sono stati visti rientrare dalla loro escursione è scattato l’allarme. Per i due amici si è subito temuto il peggio e le ricerche del Soccorso alpino sono partite immediatamente. Un’eliambulanza 118 ha fatto un giro di ricognizione nella zona di un “distacco valanghivo”: in quel punto è stato localizzato, in profondità, il segnale del cellulare di uno dei due escursionisti. I corpi sono poi stati recuperati sotto due metri di neve e il personale medico non ha potuto fare altro che constatare i decessi.
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Le imprese di Carlalberto “Cala” Cimenti
Nel 2015 il noto alpinista piemontese fu premiato con l’onorificenza Snowleopard per aver raggiunto la vetta delle 5 montagne più alte delle catene montuose del Pamir e del Tien Shan, discendendole poi con gli sci. Fu il primo italiano a conquistare il prestigioso riconoscimento. Nel 2017 raggiunse la cime del Dhaulagiri, scendendo con gli sci da circa 7000 metri.
Nel 2019 “Cala” Cimenti scalò la nona vetta più alta del mondo, il Nanga Parbat, che si trova nel Karakorum pakistano. Quello stesso anno, sempre in Pakistan, rischiò di morire sul Gasherburn VII: il suo compagno di escursione precipitò con gli sci rimanendo ferito gravemente e lui lo salvò prestandogli soccorso. L’alpinista era un esperto conoscitore dell’Himalaya, dove alcuni anni fa fece anche la proposta di matrimonio alla sua compagna Erika Siffredi.