Brutte notizie per la campagna di vaccinazione mondiale: il siero prodotto da AstraZeneca in collaborazione con l’Università di Oxford si è rivelato poco efficace sulla variante Covid sudafricana. Sono necessari ulteriori studi.
L’incubo delle varianti Covid incombe sulla campagna di somministrazione dei vaccini. Mentre la maggior parte delle sperimentazioni cliniche delle aziende biofarmaceutiche produttrici dei vari tipi di siero hanno avuto esiti positivi anche nell’immunizzazione dalle varianti del virus, lo stesso non si può dire per AstraZeneca.
Come comunicato dalla stessa azienda biofarmaceutica anglo-svedese, dai risultati dei primi test sul vaccino Oxford-AstraZeneca sono emersi effetti ridotti contro la variante Covid sudafricana. Di conseguenza il siero è in grado di garantire solo una relativa protezione dal virus. Lo studio, condotto in collaborazione con l’Università del Witwatersrand, non è ancora stato pubblicato e ha coinvolto ad oggi solo 2mila soggetti dell’età media di 31 anni.
I test clinici hanno evidenziato la capacità della mutazione sudafricana di resistere alle risposte anticorporali. L’efficacia ridotta del vaccino è stata provata sui giovani adulti sani con forma lieve e moderata dell’infezione, mentre non si è ancora in grado di accertare il livello di immunità nei casi gravi della malattia e nei casi di ospedalizzazione. In attesa di ulteriori test, il Sudafrica ha deciso di interrompere temporaneamente la somministrazione del vaccino AstraZeneca.
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Ad oggi la variante Covid sudafricana è meno diffusa rispetto a quella inglese: mentre la prima è stata isolata in 32 Paesi, la seconda è stata sequenziata in 75 Paesi. Tuttavia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) emerge la preoccupazione per la rapida circolazione delle mutazioni. Se lo studio preliminare sulla protezione limitata del vaccino AstraZeneca nei casi di variante sudafricana dovesse essere confermato, ci sarà un grave rallentamento nella campagna vaccinale mondiale.
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L’istituto dell’Onu specializzato per la salute ha già programmato una riunione tra esperti per discutere delle ultime novità. Nei giorni scorsi il direttore regionale dell’Oms, Hans Kluge, si era detto preoccupato per la minaccia delle varianti del virus rispetto all’efficacia dei vaccini finora prodotti. “Dobbiamo prepararci ad altre mutazioni problematiche – aveva spiegato – che saranno da contrastare con un ulteriore rafforzamento del sequenziamento. Servirà il contributo di tutti i laboratori a disposizione”.
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