Rosario Livatino sarà Beato ufficialmente il 9 maggio prossimo: pochi giorni fa arrestato di nuovo il mandante dell’omicidio
Lo scorso 22 dicembre era stato annunciato che Papa Francesco aveva dato il via libera alla Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto che ne riconosce il martirio in odium fidei per il “giudice ragazzino” Rosario Livatino, ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990.
Un evento unico perché Livatino è il primo magistrato a diventare Beato nella storia della Chiesa Cattolica. Ora c’è anche la data dell’evento annunciata dall’arcivescovo card. Francesco Montenegro. La cerimonia si svolgerà nella Cattedrale di Agrigento il 9 maggio prossimo. Quel giorno sarà anche l’anniversario della visita di Papa Giovanni Paolo II.
Dopo il sacerdote Don Pino Puglisi è la seconda vittima della mafia a diventare Beato. La notizia fu accolta con gioia già un mese e mezzo fa dall’ex Procuratore di Palermo Giancarlo Caselli che volle ricordare il giovane magistrato con una frase a lui attribuita: “Non importa essere credenti, importa soprattutto essere credibili”.
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Il #9maggio Rosario Livatino sarà Beato. “È corretto parlare, nel caso di Livatino, di un’interpretazione vocazionale, missionaria del proprio lavoro” https://t.co/LXl5tgy4i6
— La Civiltà Cattolica (@civcatt) February 5, 2021
Livatino, familiari assassino con il Reddito di Cittadinanza: di nuovo in carcere il mandante
Il processo di beatificazione – aperto il 21 settembre 2011, anniversario della morte, e chiuso il 3 ottobre 2018, anniversario della nascita – è stato portato a compimento riconoscendo che la sua morte è avvenuta in odium fidei, locuzione latina che sta a indicare che la causa è stata in odio alla fede; l’omicida ha agito contro la fede, sentimento che ha mosso l’attività di Livatino.
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A novembre la Guardia di Finanza scoprì che tra i beneficiari illegittimi del Reddito di Cittadinanza c’erano anche i familiari dell’assassino di Livatino come altri condannati per mafia. Tre giorni fa grazie a una retata contro i clan a Palermo, Trapani e Agrigento, si sono aperte di nuovo le porte del carcere per Angelo Gallea, mandante dell’omicidio del giudice in semilibertà da sei anni.