Una sentenza storica quella che ha condannato lo Stato francese per aver operato in modo negligente e non aver rispettato l’impegno promesso contro i cambiamenti climatici.
“L’affare del secolo” è questo il nome dell’iniziativa promossa dalla Fondation pour la Nature e l’Homme, da Notre Affaire à tous, da Greenpeace France e da Oxfam France. Nel 2018 una petizione per rispettare gli impegni dell’Accordo di Parigi era stata trasmessa all’Eliseo, dopo aver raccolto più di 2 milioni di firme, come ultimatum, affinché le emissioni di Co2 venissero introdotte misure per la tutela dell’ambiente. Una battaglia portata avanti dalle quattro Ong che ha dato i primi frutti. Certo, lo Stato francese è stato condannato a elargire la cifra “simbolica” di un euro. Ma la chiave in questo caso è il valore di una decisione che non ha precedenti nella storia processuale francese.
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La sentenza storica che ha portato alla condanna delle Francia per il mancato rispetto dell’accordo è stata accolta delle Ong con grande entusiasmo. Un risvolto che si pone come esempio anche per le altre nazioni. A dichiarare soddisfazione la voce di Elisa Baciotti, responsabile delle campagne di Oxfarm Italia che si esprime così sul caso “tutto questo costituisce un importante precedente legale che potrà essere usato da milioni di persone in tutto il mondo, colpite dalla crisi climatica, per difendere i propri diritti. E allo stesso tempo sarà uno stimolo per tutti i paesi del mondo, perché traducano le promesse in azioni concrete”.
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Accordo non rispettato che ha portato lo Stato nelle aule del tribunale. Le motivazioni espresse in sentenza sono chiare: “lo Stato è responsabile degli accordi “vincolanti” sulla questione ambientale. Sembrava quasi una predizione quella del presidente francese Macron, appena un mese fa, affermando la necessità di compiere un passo avanti per rispettare l’accordo firmato a Parigi con Cop21 nel 2015. L’idea era quella di dar proporre un referendum per inserire la difesa dell’ambiente nella Costituzione, dettandone l’urgenza “Dobbiamo continuare ad andare avanti e quel lavoro è ancora più urgente”. Non c’è stato il tempo per realizzare il referendum, forse ci sarà più avanti ma rimane il fatto che la sentenza espressa dal Tribunale francese in questo momento non può che dar seguito alla reale tutela dell’ambiente.
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