Proteste in Russia per la sentenza Navalny: 1300 arresti.

L’Unione europea ha fortemente condannato la sentenza della Russia nei confronti di Navalny che condanna l’attivista russo a 3 anni e 5 mesi di carcere. Considerata dall’Ue inaccettabile perché “ha una motivazione politica ed è in contrasto con gli obblighi internazionali in materia di diritti umani della Russia”.

(Photo by NATALIA KOLESNIKOVA / AFP) (Photo by NATALIA KOLESNIKOVA/AFP via Getty Images)

Il Cremlino precisa che gli avvenimenti di questi giorni non hanno alcun carattere “repressivo” ma L’Unione europea si riunirà al prossimo Consiglio Degli Affari esteri per discutere delle eventuali azioni future. A fronte delle proteste organizzate nel paese la polizia ha arrestato più di 1300 manifestanti. Subito dopo l’emanazione della sentenza diversi sostenitori di Alex Navalny si sono subito precipitati a occupare e manifestare per le strade di San Pietroburgo e della capitale Mosca. Alcune testimonianze contestano le violente azioni della polizia nei confronti dei protestatari a sostegno dell’attivista. Già nelle due settimane precedenti molti dissidenti avevano organizzato diverse manifestazioni a sostegno di Navalny, puntando il dito contro le azioni autoritarie del presidente russo Putin.

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Come riporta l’agenzia di stampa russa Interfax, il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov, definendo “isterica” la reazione dell’opinione pubblica e istituzionale dell’occidente sulla sentenza contro Alexei Navalny, ha ribadito il concetto secondo cui l’ottica sulla questione è “sbilenca” e che in alcuni paesi occidentali le leggi di contrasto alle proteste sono molto più dure che in Russia. Posizione contigua a quella del portavoce del presidente russo Dmitry Peskov, che afferma “Non ci sono repressioni, ci sono solo misure adottate dalla polizia contro coloro che violano la legge, contro coloro che partecipano a manifestazioni non autorizzate”.

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L’Unione europea ha fortemente invitato il governo russo, in queste settimana ad assumere un comportamento politico che escluda violazioni dei diritti umani nella gestione del caso Navalny. “Nell’Ue abbiamo già a ottobre, a causa dell’avvelenamento, deciso delle sanzioni” senza escludere la possibilità di emanare altre sanzioni. Si è espresso così il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, rispondendo a una domanda sulla possibilità sentenziare nuove sanzioni alla Russia.

Il potere di Putin è solido?

Molti hanno visto le attuali vicende russe come l’apertura di una “crisi politica”. Il fatto che Putin abbia attuato misure repressive del genere è lo specchio di quello che sta succedendo nel Paese. La figura di Navalny è stato un punto di rottura per il Cremlino che ha visto nell’attivista russo una personalità a cui far fronte. Come dimostrano i precedenti arresti di Navalny, anche se per periodi limitati, come nel caso dell’impedimento alla partecipazione delle elezioni, sembra un modo per ostacolare l’attività politica dell’oppositore. Basti pensare che anche i membri della Fondazione anti corruzione sono stati più volte incriminati e poi rilasciati. L’intento di Navalny era proprio quello di scoperchiare le presunte carte di un sistema con alla base una classe dirigente corrotta.

Secondo alcuni analisti pur perdendo nell’ottica di un confronto elettorale, Navalny, con la sua candidatura metterebbe sicuramente in difficoltà Putin, per l’alto consenso che una parte dell’opinione pubblica sta coltivando nei confronti dell’attivista e politico russo.

 

 

 

 

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