Il Movimento 5 Stelle si mette di traverso e dice “no” al governo tecnico presieduto da Mario Draghi: il futuro post Conte bis è all’opposizione.
“Il Movimento 5 Stelle non voterà per la nascita di un governo tecnico presieduto da Mario Draghi”. Lo ha reso noto il capo politico pentastellato Vito Crimi dopo il discorso al Paese di Sergio Mattarella, chiudendo a priori la porta all’ex presidente della BCE. Dopo l’esito negativo del mandato esplorativo del presidente della Camera Roberto Fico, Draghi è stato convocato dal capo dello Stato al Quirinale alle 12 di questa mattina per provare a dar vita a un governo “non politico”.
La paura del Movimento 5 Stelle è quella di ripetere l’esperienza dell’esecutivo tecnico guidato da Mario Monti nel 2011, passato alla storia per la cosiddetta manovra “lacrime e sangue”. “Una tale tipologia di governo è già stata adottata in passato – ha sottolineato Crimi – e le conseguenze sono state estremamente negative per i cittadini italiani”. La fiducia al nuovo esecutivo pensato da Mattarella sarà dunque nelle mani di Pd, Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia.
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Governo Draghi, il “no” del Movimento 5 Stelle è irremovibile
La linea dei pentastellati è netta. A comprovare le dichiarazioni ufficiali di Vito Crimi ci hanno pensato nella notte diversi esponenti del movimento. Il deputato Andrea Colletti ha spiegato su Twitter di preferire le elezioni anticipate perché “i governi tecnici, come ci ha insegnato l’esperienza Monti, non hanno fatto l’interesse del Paese”. Anche il deputato Luigi Gallo ha rimarcato il concetto, sottolineando che “tra esodati e giovani senza futuro le ferite sono rimaste vive sulla pelle di generazioni”. Contrario anche il senatore Elio Lannuti: “Mario Draghi non governerà con il mio voto”.
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Ma l’attacco più duro all’ex presidente della BCE è arrivato da Alessandro Di Battista, che lo ha definito un discepolo dell’élite. Secondo l’ex parlamentare, Draghi ha compromesso gravemente il futuro dei giovani, “di cui ora si riempie la bocca”. In un articolo su TPI aveva scritto che “i suoi veri derivati sono i titoli tossici sottoscritti tra il 1991 e il 2001”. Questo pomeriggio i deputati del Movimento 5 Stelle si incontreranno in assemblea congiunta per un aggiornamento della situazione politica: il clima tra i pentastellati, delusi dall’esito negativo delle trattative per il Conte Ter, non è dei migliori. La via è quella dell’opposizione fino alla fine della legislatura.