Non trova pace la preparazione dell’edizione numero 71 del Festival di Sanremo, dopo le polemiche sugli spettatori, le minacce di Amadeus e Fiorello di lasciare il programma e il rischio esclusione per Fedez, il favorito numero uno per la vittoria finale, arriva una nuova grana: Enzo Mazza, CEO di Fimi la Federazione Industria Musicale Italiana vuole lo spostamento della gara canora a Milano. I dettagli.
L’edizione numero 71 del Festival di Sanremo ha già un record. E’ quella con maggiori difficoltà nella preparazione. Si perché se non bastasse la difficoltà generale dovuta alla pandemia da coronavirus Covid-19 gli organizzatori si trovati ad affrontare altre difficoltà, alcune auto indotte, non banali.
I guai della 71° Edizione
Partiamo dalla questione pubblico, diventata peraltro questione politica dopo che il Ministro dei Beni Culturali (ex?) Dario Franceschini ha specificato che le regole per i teatri sono le stesse in tutta Italia. Dimenticando che diversi programmi tv vanno in onda con un pubblico selezionato e controllato. C’è stata poi la minaccia del direttore artistico e conduttore del Festival, Amadeus, che ha minacciato di abbandonare la kermesse. Per arrivare alla leggerezza di Fedez che ha postato su Instagram un frammento della canzone rischiando l’esclusione. Si è salvato in calcio d’angolo.
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L’affondo della FIMI
Oggi il nuovo capitolo. E arriva in maniera del tutto inattesa dalle dichiarazioni rilasciate all’edizione oggi in edicola del Corriere della Sera dal CEO di Fimi la Federazione Industria Musicale Italiana Enzo Mazza. Dichiarazioni per certi versi clamorose. “Siamo in una situazione di emergenza – specifica Mazza – e se vogliamo che si tenga dobbiamo essere tutti disponibili a fare un passo indietro”. Fino a qui tutto nella norma ma poi, ben studiato arriva l’affondo: “L’Ariston è stato costruito negli anni Cinquanta ed ha problemi strutturali”.
I motivi dello spostamento del Festival da Sanremo a Milano
Mazza spiega i motivi e i dettagli lanciando una proposta clamorosa, quella di allestire una tensostruttura in un’altra zona di Sanremo o meglio ancora in una città diversa in un luogo diverso “tipo il Forum di Assago”. Non è una voce dal seno fuggita ma un progetto serio e vero: “Un evento televisivo può essere realizzato ovunque” e ancora: “Nessuno meglio della Rai può organizzare eventi bene e in velocità”. Il motivo viene esposto con chiarezza: “quello che conta è il risultato discografico dopo il Festival, conta il pubblico dello streaming non quello in Sala”. Quasi provocatoria la conclusione: “Se è cambiata la prima della Scala può accadere anche a Sanremo”