Un altro fine settimana di proteste in Russia per chiedere il rilascio di Navalnyj, il politico russo arrestato lo scorso 17 gennaio.
In Russia proseguono per il secondo week end consecutivo la manifestazioni per richiedere la liberazione di Aleksej Navalnyj, l’attivista arrestato due settimane fa. Durante le manifestazioni sono state arrestate dalla polizia oltre 3mila persone.
Chi è Aleksej Navalnyj
Aleksej Navalnyj è un’attivista e politico russo. E’ segretario del partito Democratico del Progresso e presidente della Coalizione Democratica. Lo scorso 20 agosto 2020 Navalnyj è stato avvelenato mentre si spostava con l’aereo da Tomsk a Mosca. Due giorni dopo il politico privo di conoscenza è stato trasportato in una clinica di Berlino. Il governo tedesco ha dichiarato che si è trattato di un avvelenamento in quanto è stata riscontrata la presenza del Novichok, agente nervino già utilizzato per avvelenare l’ex spia Sergej Skripal nel 2018.
Secondo un’indagine risalente al dicembre scorso nell’avvelenamento di Navalny sarebbero coinvolti alcuni agenti del Servizio di sicurezza Federale. L’attivista russo ha così commentato questo attentato alla sua vita «Caso chiuso. So chi ha tentato di uccidermi. Il caso relativo al mio tentato omicidio è risolto. Conosciamo i nomi, conosciamo i ranghi e abbiamo le foto». Una volta curatosi e rientrato in Russia, lo scorso 17 gennaio, Navalnyj è subito stato arrestato.
Le manifestazioni
Decine di migliaia le persone scese in piazza per richiedere il rilascio di Navalnyj. Oltre 3590 gli arresti effettuati dalla polizia. A Vladivostok, fermate oltre 100 persone che avevano manifestato danzando in cerchio sulle acque gelate del Golfo dell’Amur. Nelle città di Krasnojarsk e Khabarovsk numerosi cori inneggiavano una Russia libera. A Novosibirsk i cori sono rivolti a Putin e lo dipingono come un ladro. A Mosca i manifestanti hanno tentato di marciare verso il carcere dove è detenuto Navalnyj ma hanno trovato la strada sbarrata. Nei pressi di piazza Pushkin un uomo si è dato fuoco e adesso è ricoverato. A San Pietroburgo in una piazza del centro oltre 2mila persone sono state sgomberate con gas lacrimogeni dalle forze antisommossa.
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Anche altri paesi richiedono il rilascio di Navalnyj
Dalla Germania non è tardata la richiesta immediata di rilascio dell’oppositore. Secondo Il presidente del Consiglio dell’ Unione europea, Charles Michel questo arresto è “inaccetabile” e l’attivista deve essere rilasciato. La Lituania ha subito avanzato la proposta di nuove sanzioni europee contro Mosca.
Il presidente della Camera Roberto Fico ha si è espresso sulla vicenda in Tweet: “Inaccettabile l’arresto di Navalny al suo rientro in Russia. I diritti fondamentali non sono negoziabili, il loro rispetto precede qualsiasi forma di cooperazione e va preteso dall’Italia e dall’Europa tutta: davanti a episodi come questo si misura il senso della nostra Unione“.
Non poteva mancare l’intervento degli Stati uniti d’America, il segretario di stato Antony Blinken ha così commentato “Gli Stati Uniti condannano l’uso persistente di tattiche brutali contro manifestanti pacifici e giornalisti da parte delle autorità russe per la seconda settimana consecutiva”. Non solo “Rinnoviamo il nostro appello alla Russia affinché rilasci i detenuti per aver esercitato i loro diritti umani, tra cui Aleksey Navalny”.
Pronta la risposta da Mosca “Chiediamo la fine delle interferenze negli affari interni degli stati sovrani e vi ricordiamo la vostra responsabilità”. La nota del ministero degli esteri russo prosegue accusando “Il sostegno alla violazione della legge da parte del Segretario di Stato Antony Blinken è un’altra conferma del ruolo di Washington nel promuovere le proteste”.