Luca Palamara è stato radiato dalla magistratura. La sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura (CSM) ha accolto la richiesta della procura generale della Corte di cassazione, comminando la sanzione massima prevista. Ma chi è Luca Palamara?
Luca Palamara è stato radiato dalla magistratura. Il Consiglio superiore della magistratura (CSM) ha accolto la richiesta della procura generale della Corte di cassazione. Si tratta di una decisione storica, infatti Palamara, è il primo ex consigliere del Csm ad essere radiato dall’ordine giudiziario. Su di lui gravissime accuse confermate dalle registrazioni telefoniche ottenute grazie ad un trojan installato a maggio scorso, un giro di accordi e scambi tra più magistrati per concordare a tavolino i nomi dei vertici di alcune importanti procure, tra favori, raccomandazioni e regali di lusso.
Chi è Luca Palamara
Luca Palamara è un di origini calabresi, nasce a Roma nel 1969, è figlio d’arte, il padre era infatti un magistrato esperto di rogatorie internazionali ed estradizioni. E’ morto in servizio nel 1988, stroncato da un malore durante una riunione del Comitato Italia-Stati Uniti per la lotta al crimine e al terrorismo. Luca Palamara si laurea con lode in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Roma ‘La Sapienza’ nel 1991. Dopo 7 anni vince il concorso in magistratura e la sua carriera come magistrato inizia nella Procura della Repubblica di Reggio Calabria e prosegue nella Procura di Roma. Nel 2018, a soli 39 anni, viene eletto presidente dell’Associazione nazionale magistrati, guadagnando il record di presidente più giovane nella storia dell’Associazione.
Dal 2014 è un componente del Consiglio superiore della magistratura, di cui è anche stato consigliere.
Le indagini
La procura di Perugia lo ha indagato per corruzione. Secondo i pm, quando era membro del Csm, Palamara avrebbe incassato 40.000 euro dagli avvocati Giuseppe Calafiore e Piero Amara. I due legali sono al centro di un’inchiesta sulla compravendita di sentenze al Consiglio di Stato insieme a Giancarlo Longo, altro magistrato arrestato nel febbraio 2018. Palamara avrebbe preso i soldi per favorire la nomina dello stesso Longo a procuratore di Gela.
L’indagine penale, però, rivela altre condotte considerate importanti dal punto di vista disciplinare. Per il procuratore generale che si sta occupando del caso, Palamara sarebbe venuto meno ai suoi doveri di imparzialità, correttezza ed equilibrio nei suoi rapporti con l’imprenditore Fabrizio Centofanti,ex capo delle relazioni istituzionali del gruppo di Francesco Bellavista Caltagirone. Viene contestato a Palamara anche un «comportamento gravemente scorretto» per la riunione nottura avvenuta il 9 maggio scorso a cui partecipavano il deputato del Pd Luca Lotti (imputato a Roma per il caso Consip), Cosimo Ferri e cinque consiglieri del Csm in cui si era parlato ampiamente delle nomine ai vertici di alcuni uffici giudiziari, in particolari quelli della procura di Roma. Tra le accuse disciplinari le discussioni su «possibili strategie di discredito» del procuratore aggiunto di Roma, Paolo Ielo, coordinatore proprio del procedimento Consip, e di «danneggiamento» del procuratore capo di Firemze, Giuseppe Creazzo (che nei mesi scorsi aveva chiesto l’arresto dei genitori dell’ex premier Matteo Renzi, capo politico di Lotti).
La radiazione
In seguito alla radiazione, Palamara ha dichiarato: “Porto e porterò sempre la toga nel cuore. Mi sono sempre ispirato ai principi di una giustizia giusta. Sono stato espulso dalla magistratura, ma ricorrerò alle sezioni unite della Cassazione e alla Cedu. Mi hanno registrato in una cena, ma di cene negli ultimi 12 anni ne ho fatte tantissime, quando parlerò potrò indicare come e perché, e quando ho parlato di altre nomine e di altre situazioni.”
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