Il governo Conte bis è giunto al capolinea: il presidente del Consiglio è atteso al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni. La crisi dell’esecutivo è a un punto di svolta.
Giuseppe Conte è pronto a salire al Colle per rassegnare le dimissioni dalla carica di presidente del Consiglio. Dopo il passaggio formale in programma alle 9 in Consiglio dei ministri per comunicare le sue intenzioni, il premier sarà ricevuto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che formalizzerà la decisione per poi dare il via ai possibili passaggi istituzionali previsti dalla Costituzione.
L’idea iniziale del premier era quella di provare ad allargare i numeri della maggioranza relativa ottenuta in Parlamento nei giorni scorsi, ma la mancanza dei cosiddetti “responsabili” ha tracciato la via per le dimissioni, aprendo la crisi al buio. Il rischio del governo sarebbe stato quello di perdere gran parte dei consensi in Aula in occasione del voto previsto tra mercoledì e giovedì sulla relazione sulla Giustizia del ministro Alfonso Bonafede.
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Le ipotesi dopo le dimissioni di Giuseppe Conte
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella prenderà atto della decisione di Giuseppe Conte. Secondo l’iter istituzionale dovrà poi decidere se conferire un mandato esplorativo ai presidenti di Camera e Senato, come avvenne in occasione della crisi del 2018, se dare il mandato pieno o esplorativo al presidente del Consiglio dimissionario, che in quel caso potrebbe accettare con riserva, o se avviare direttamente le consultazioni al Quirinale con i presidenti delle Camere e i rappresentanti dei gruppi parlamentari.
L’ultimo scenario, al momento il più remoto, sarebbe quello delle elezioni anticipate, con la decisione di Mattarella di sciogliere le Camere qualora dovesse essere accertata l’impossibilità di formare un nuovo esecutivo sostenuto da una maggioranza stabile. Tuttavia si tratta dell’ultima spiaggia: la priorità del Presidente della Repubblica è trovare una soluzione in tempi rapidi, vista la drammatica situazione che sta affrontando il Paese a causa della pandemia e la necessità di portare avanti i passaggi richiesti dall’Europa nell’ambito del Recovery Plan.
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L’ipotesi Conte ter con una riedizione dell’attuale maggioranza rafforzata non è ancora esclusa, ma occorrerà prima consultare tutti i rappresentanti delle forze politiche e delle componenti parlamentari. La posizione di Pd e Movimento 5 Stelle sembra essere chiara: i due partiti si sono già schierati ufficialmente dalla parte del presidente dimissionario, con l’idea di dar vita a un nuovo esecutivo. Discorso contrario per Lega e Fratelli d’Italia, che spingono invece per il voto anticipato, escludendo anche la possibilità di un governo a larghe intese o di unità nazionale.