Il primario del pronto soccorso dell’ospedale di Montichiari, Carlo Mosca, si trova agli arresti domiciliari: avrebbe ucciso alcuni malati Covid per liberare i posti letto.
Carlo Mosca, il primario 47enne del pronto soccorso dell’ospedale di Montichiari, è accusato di omicidio volontario e falso in atto pubblico: avrebbe somministrato farmaci letali a due malati Covid ricoverati nella struttura, morti nella seconda metà di marzo 2020. Il medico, che è stato sospeso dall’incarico, finora ha respinto ogni imputazione negando le accuse, ma per lui è scattato l’arresto. Per scongiurare il pericolo di reiterazione e incidente probatorio sono stati disposti i domiciliari nella sua casa di Mantova.
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A dare il via all’inchiesta sarebbe stato un esposto anonimo arrivato in Procura alla fine dello scorso aprile. Come ricostruito dagli inquirenti, il primario del pronto soccorso di Montichiari avrebbe dato dosi letali di Succinilcolina e Propofol, farmaci utilizzati per agevolare l’intubazione e indurre l’anestesia, a pazienti che però non sarebbero mai stati intubati. I Nas tra cartelle cliniche, testimonianze e altri elementi probatori hanno raccolto tutti gli indizi utili per procedere con le accuse.
Particolarmente sconvolgenti le intercettazioni emerse durante le indagini, come quella tra due infermieri che si sono scambiati alcuni messaggi via Whatsapp: “Io non ci sto ad uccidere pazienti solo perché vuole liberare dei letti” – si legge nella conversazione scritta – Questo è pazzo”. Secondo il gip Angela Corvi, Carlo Mosca avrebbe agito in “piena consapevolezza” e con la “volontà di uccidere”, non solo per liberare posti letto ma anche “risorse umane, fisiche ed emotive di medici, infermieri e operatori del pronto soccorso”.
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I pazienti dell’ospedale di Montichiari a cui sarebbero stati somministrati i farmaci letali lo scorso marzo sono Natale Bassi, di 61 anni, e Angelo Paletti, di 80 anni. A stabilire la causa del decesso sono state le autopsie, effettuate dai medici legali dell’università di Padova, sulla base delle quali sono state rilevate tracce all’interno di tessuti e organi dei medicinali che sarebbero dovuti essere dati soltanto secondo un rigido protocollo. Al momento sarebbero in corso ulteriori accertamenti anche su altri tre degenti deceduti.
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