La famiglia di Luca Ventre continua a chiedere giustizia per la sua morte, avvenuta presso l’ambasciata italiana di Montevideo in circostanze ancora da chiarire.
La morte di Luca Ventre, morto il 1 gennaio scorso nell’ambasciata italiana di Montevideo, in Uruguay, è ancora un mistero. Secondo un comunicato ufficiale del 2 gennaio l’uomo, un 35enne originario di Senise, aveva scavalcato clandestinamente i cancelli ed era morto per un malore dopo essere stato trasportato in ospedale.
Le immagini delle telecamere di sorveglianza mostrano però un’altra realtà: Ventre sembra perdere i sensi mentre un vigilante gli tiene stretto un braccio sul collo all’ingresso della sede diplomatica. Sulla vicenda ha aperto un’inchiesta la Procura di Roma con l’ipotesi di omicidio preterintenzionale.
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Le dichiarazioni del fratello di Luca Ventre
In un’intervista a Radio Capital il fratello del 35enne, Fabrizio Ventre, ha raccontato che l’ultima volta che lo aveva sentito era intenzionato a rientrare subito in Italia. “Si sentiva minacciato e aveva paura – ha spiegato – Quando è entrato all’interno dell’ambasciata ha iniziato a urlare che qualcuno voleva fargli del male”.
Diversamente da quanto comunicato dalla sede diplomatica di Montevideo, il fratello della vittima ha spiegato di aver osservato dal video che “è stato massacrato e torturato da un vigilantes che gli ha tenuto il braccio intorno al collo. È entrato in ambasciata che stava bene, ne è uscito alle 7.44 a peso morto trascinato dagli agenti a testa in giù”.
Il filmato della videosorveglianza che ha ripreso la sequenza dei fatti è stato ottenuto dalla famiglia, che ha diverse attività in Uruguay, tramite un avvocato. Ad alimentare il giallo sono state anche le incongruenze emerse dai verbali degli interrogatori di un addetto alla vigilanza e un poliziotto presenti sulla scena, oltre a quelli del medico che ha dichiarato il decesso, secondo il quale la morte sarebbe avvenuta per asfissia.
La paura di Fabrizio Ventre è che il caso possa essere insabbiato: “Dopo 20 giorni i video che ho visto sono evidenti. Nonostante le nostre continue telefonate, nessuna risposta dalla Farnesina. Luca è stato ucciso e si tratta ora di stabilire ufficialmente soltanto in che luogo sia deceduto, affinché possa essere chiaro chi sia competente a indagare”.
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La posizione della Farnesina
In una nota divulgata dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, si legge che la vicenda della morte di Luca Ventre viene seguita con la massima attenzione. “L’ambasciata si è immediatamente attivata sia presso la magistratura uruguaiana che presso quella italiana, che hanno aperto le rispettive inchieste, le quali sono tutt’ora in corso”, viene specificato nel comunicato.
“Su indicazione del Ministro Di Maio – si legge nella nota – l’ambasciata continua a seguire il caso con la massima attenzione ed è in costante contatto con le autorità uruguaiane, affinché alla vicenda venga assicurata massima priorità e possa essere fatta piena luce quanto prima su questo tragico evento”.
Dalla Farnesina assicurano quindi massima collaborazione e vicinanza alla famiglia. Nel frattempo la viceministra Emanuela Del Re ha scritto una lettera alla famiglia della vittima, assicurando la piena assistenza e auspicando che sia fatta giustizia il prima possibile.