Ci lasciava il 1 Ottobre 2013 l’attore Giuliano Gemma. Otto anni dopo la morte è ancora da chiarire la dinamica dell’incidente.
Giuliano Gemma è nato a Roma il 2 settembre 1938. Nella sua lunga carriera cinematografica interpretò oltre cento film e ricevette numerosi premi, tra cui: il David di Donatello, il premio al Festival Internazionale del cinema di Karlovy Vary come miglior attore, il Globo d’oro, il Nastro d’argento e per tre volte il Premio De Sica.
Era figlio unico di Domenico, operaio originario di Ceprano, e Agher Chiarini, casalinga reggiana, che s’erano sposati l’anno prima a Reggio Emilia, dove Giuliano visse dal 1940 al 1948 presso i nonni materni, e dove frequentò le scuole elementari: un periodo e un luogo che poi avrebbe portato sempre nel cuore, facendo ritorno nella città emiliana periodicamente a trovare gli amici d’infanzia, nel quartiere detto dal pòpol gióst (“del popolo giusto” in dialetto).
Con l’adolescenza si appassionò allo sport: ginnastica, attrezzistica e soprattutto la boxe, parteciperà infatti ad alcuni tornei vincendone diversi. Svolse il servizio di leva come vigile del fuoco alle Capannelle di Roma dove strinse amicizia con il pugile Nino Benvenuti..
Ancor più grande sarà la passione per il cinema. Fin da ragazzo, Gemma fu attratto da ogni tipo di pellicola e fece di Burt Lancaster il suo idolo. Già a quattordici anni frequentava gli stabilimenti di Cinecittà, quando gli capitava di seguire il padre che lavorava come segretario di produzione. A 18 anni decise di indirizzare tutte le sue energie verso il grande schermo e cominciò la sua gavetta come stuntman e figurante.
Sul versante privato ebbe numerosi flirt con molte attrici, come Ursula Andress e Stefania Sandrelli. Dalla prima moglie Natalia Roberti (prematuramente scomparsa nel 1995) ebbe due figlie: Giuliana e Vera. Nel 1997 sposò in seconde nozze la giornalista Daniela “Baba” Richerme e andò a vivere a Cerveteri. Negli ultimi anni scoprì una nuova passione: con sue sculture in bronzo partecipò a diverse mostre. Dato che i genitori abitavano a Ceprano, nella Valle Latina, vi faceva ritorno spesso.
Il 1º ottobre 2013, a Cerveteri, fu coinvolto in un incidente stradale. Trasportato all’ospedale di Civitavecchia, vi morì poco dopo l’arrivo a causa di un arresto cardiaco.
Il Comune di Roma organizzò la camera ardente in Campidoglio, poi i funerali si tennero nella Chiesa di Santa Maria dei Miracoli in Piazza del Popolo: in memoria della sua giovanile esperienza, la bara fu trasportata da una squadra di Vigili del Fuoco.
L’attore si è congedato per sempre dal pubblico sulle note di Ennio Morricone scritte per «Una Pistola Per Ringo». Ma il mistero della sua morte resta.
Giuliano Gemma è stato poi sepolto nella tomba di famiglia del Cimitero di Prima Porta, a Roma.
È comunque ancora tutta da chiarire, infatti, la dinamica dell’incidente avvenuto a Cerveteri. Un impatto frontale sul quale la seconda moglie, la giornalista Daniela «Baba» Richerme, ha chiesto di far luce. Quella sera Gemma avrebbe dovuto incontrare gli amici a Cerveteri, dove viveva da tempo, per poi andare a cena da “Baffone”. Ma la sorte ha deciso diversamente. La Toyota Yaris sulla quale viaggiava si è scontrata frontalmente con una Bmw con a bordo un uomo e suo figlio. L’impatto è avvenuto tra via del Sasso a via di Zambra. Gemma è stato trasportato all’ospedale San Paolo di Civitavecchia, ma è morto per arresto cardiaco attorno alle 21.
La vedova raccontò che “Giuliano è rimasto un’ora e mezzo in macchina per un problema di ambulanze. Aveva appena un graffio dovuto all’esplosione dell’airbag, sembrava cosciente e lucido. Vorrei sapere anche perché da Cerveteri non è stato portato a Roma, visto che a pochi chilometri dall’incidente c’è un eliporto”.
Diverse le circostanze da chiarire. Un amico di Gemma ha raccontato che l’attore dopo lo scontro diceva di “aver sterzato di colpo per evitare una moto”. Condizione in parte confermata perché un motociclista si sarebbe fermato dopo l’impatto tra le vetture per chiamare i soccorsi. Un altro amico, Roberto Di Berardino, invece, ha dichiarato: “L’ambulanza è intervenuta ma è rimasta ferma troppo tempo ed è partita solo quando ne è venuta un’altra. Io non capisco il motivo. Quelli del 118 mi hanno risposto che non poteva andare via perché c’era un bambino ferito. Ma io quel bimbo l’ho visto in piedi e l’ho anche accarezzato. Poi ho seguito Giuliano con la mia auto ma all’ospedale di Civitavecchia non ce l’ha fatta. Non so se sia deceduto prima, ho dei dubbi”.
La direzione generale della Asl a suo tempo ribadì che un’automedica è arrivata dopo 10 minuti dalla chiamata e a seguire un’altra ambulanza: “Gemma è stato estratto dall’auto con gli opportuni presidi e le giuste tecniche di esecuzione – si legge in una nota – è stato immobilizzato su tavola spinale, gli è stato apposto un collare cervicale e preso un accesso venoso. Tali operazioni richiedono tempo e questo tempo non è perso”.
Giuliano Gemma arrivò al cinema giovanissimo come stuntman per le sue doti atletiche. In seguito Dino Risi lo prese per un piccolo ruolo nel film Venezia, la luna e tu con Alberto Sordi. Poco dopo William Wyler lo notò a Cinecittà e lo scelse per il ruolo di un centurione nel kolossal Ben-Hur, comparsata che gli servì da trampolino di lancio.
In quel periodo Duccio Tessari lo volle per interpretare da protagonista il biondissimo Krios in Arrivano i titani, pellicola di grandissimo successo commerciale anche all’estero che tratta con ironia il genere mitologico. Fu un generale garibaldino nel Gattopardo di Luchino Visconti, cui seguirono numerosi film di grande successo come Angelica e Angelica alla corte del re. Dopo arrivò il filone spaghetti western che lo consacrò divo, facendo grandi incassi al botteghino (con pellicole di genere firmate da Duccio Tessari, Tonino Valerii, Sergio Corbucci) Una pistola per Ringo, Il ritorno di Ringo, Adiós gringo, Un dollaro bucato, I lunghi giorni della vendetta, Per pochi dollari ancora e I giorni dell’ira. In alcune pellicole, i produttori gli diedero lo pseudonimo di Montgomery Wood [10]. Nel 1969, sempre con Duccio Tessari alla regia, ritrovò sul set della pellicola Vivi o preferibilmente morti il compagno di leva Nino Benvenuti, ormai pugile affermato. Fece coppia con Bud Spencer in Anche gli angeli mangiano fagioli; successivamente tornò sul genere in coppia con Ricky Bruch in Anche gli angeli tirano di destro. Interpretò Robin Hood ne L’arciere di fuoco e un primitivo in Quando le donne avevano la coda. Nel 1970 ebbe la parte del protagonista in Corbari, di Valentino Orsini, dedicato all’eroe e partigiano faentino Silvio Corbari.
Giuliano Gemma ne Il ritorno di Ringo (1965).
Cambiando genere, Gemma apparve in film più impegnati come Il deserto dei Tartari di Valerio Zurlini, una delle sue prove migliori, come anche Il prefetto di ferro e Corleone di Pasquale Squitieri, assieme all’altrettanto significativa parte in Un uomo in ginocchio (1979) di Damiano Damiani, film che lo riproporrà per ruoli drammatici. Negli anni 1980 prese invece parte a Tenebre di Dario Argento e Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli e diede il volto al celebre personaggio dei fumetti Tex Willer in Tex e il signore degli abissi, film originariamente pensato per la televisione. Grazie all’enorme successo che i suoi film avevano in Giappone, all’inizio degli anni ottanta la casa automobilistica Suzuki produsse due tipi di scooter con il suo nome. Dalla fine degli anni ottanta lavorò soprattutto in produzioni televisive.
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