Il pedagogista Daniele Novara è tra i sostenitori di un appello promosso da associazioni scolastiche per la totale riapertura delle scuole
Daniele Novara è un pedagogista che insieme ad altre associazioni ha firmato un appello pro riapertura totale delle scuole secondarie in presenza. L’appello si fonda sul discorso dell’isolamento dovuto al Covid-19, che per i ragazzi di un’età compresa tra gli 11 e i 14 anni, assume elementi deleteri per la loro adolescenza e la loro crescita.
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Il pedagogista si è reso protagonista di un’intervista ai microfoni di Asknews: “I diritti dei bambini e dei ragazzi sono diritti inalienabili, che hanno anche una necessaria considerazione giuridica, se non giudiziaria, che però in questo momento sono in uno stato di sospensione con gravi danni per la loro crescita, quindi abbiamo messo insieme un documento di trentasei pagine, in modo che il mondo politico si ricordi che non esistono solo le malattie virali, ma esistono eventualmente purtroppo anche le malattie dello sviluppo, della crescita“.
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Successivamente il pedagogista parla dei danni che i ragazzi subiscono rimanendo a casa: “I danni, sono soprattutto i danni da isolamento sociale, che possono condurre anche a depressione, di refrattarietà, perché si impara a vivere durante l’adolescenza. Sono chiusi in casa con i genitori, quindi c’è una regressione, può portare a dei disturbi o in termini di rabbia, per cui possono spaccare la casa, aggredire i genitori o anche fare le famose risse o viceversa, più comunemente, atti di autolesionismo in maniera diretta, a livello anche fisico, ma in maniera più indiretta stando ore e ore sui videogiochi perdendo anche il senso della realtà, oppure un’altra area di autolesionismo, scambiando il giorno con la notte, facendosi del male con l’assenza prolungata di sonno. Il discorso è che bisogna aiutare i giovani in questa età a saper vivere, a imparare a vivere. La scuola è anche questo, anzi soprattutto questo.”
Novara critica il modus operandi della politica: “L’opinione pubblica è piuttosto offesa da questo giochino Regioni-Stato, Regioni-Stato, questo non è federalismo, ma è un gioco dell’oca in cui si ritorna sempre al punto di partenza con gravi problemi per i cittadini. Ci saranno dei ristori per questi disguidi? Certo, i ristori sarebbero possibili. Aiutare i genitori a crescere una generazione fortemente colpita dalla pandemia, aiutare gli insegnanti con formazione, assistenza psico-pedagogica e anche un incremento di stipendio, inoltre mettere le vaccinazioni degli insegnati tra le priorità”.
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