Giornata decisiva per il Governo Conte, numeri al Senato: l’esecutivo cade se… tutte le ipotesi, i numeri e soglia 161.
Nella serata di ieri, alla Camera dei Deputati la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è stata votata da 321 Sì, 259 No e 27 astenuti. Dunque, nonostante le astensioni del gruppo di Italia Viva, la componente del governo guidata da Matteo Renzi e che ha aperto la crisi con la dimissione delle due ministre e del sottosegretario Ivan Scalfarotto, il governo tiene e sebbene con appena sei voti in più rispetto alla maggioranza assoluta, vince il primo round.
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I numeri del governo Conte al Senato: cade oggi? Ancora tutto in bilico
La previsione della minoranza è rappresentata da Vittorio Sgarbi, che in un’intervista a ‘Il Giornale d’Italia’ ha decifrato così la situazione: “Cosa aspettarci nei prossimi giorni? Dobbiamo aspettarci che non abbiano la fiducia oppure che questa sia molto limitata. Di conseguenza, mancando un componente fondamentale dell’assetto azionistico del governo che è Renzi, Conte se ne vada”. Anche la presidente dei deputati di Italia Viva, Maria Elena Boschi, in un’intervista al ‘Messaggero’, sostiene che “i numeri non ci sono. Prima ne prendono atto, prima possiamo iniziare a costruire il futuro”. E aggiunge: “La crisi si risolve con la politica, non con la matematica. Serve un’idea di Paese, non il mercato dei senatori”.
Sul fronte della maggioranza, sembra esserci incredibilmente un velato ottimismo. Va considerato innanzitutto che al Senato c’era già prima della crisi una maggioranza più risicata e che mancando il sostegno di Italia Viva coi suoi 18 senatori quota 161 appare irraggiungibile. Ieri alla Camera abbiamo visto votare in dissenso con il suo gruppo e per la fiducia al governo Renata Polverini di Forza Italia, ma quel voto è risultato ininfluente.
I numeri del governo Conte al Senato: il pallottoliere
Se si fanno bene i conti, al Senato la maggioranza conta su 154 voti: M5s (92), del Pd (35), del Maie-Talia 23 (4), di Leu (6) e delle Autonomie (8, sono 9 ma uno non vota), quattro senatori a vita, ovvero Renzo Piano, Liliana Segre, Carlo Rubbia e Mario Monti, quindi Sandra Lonardo, la lady Mastella eletta con Forza Italia, gli ex M5s Maurizio Buccarella e Gregorio de Falco, e poi Sandro Ruotolo eletto di recente con il centrosinistra a Napoli in un’elezione suppletiva, e Riccardo Nencini, che fa parte come componente socialista del gruppo Italia Viva-PSI.
Secondo altri conti, il governo Conte potrebbe arrivare a ottenere il sostegno di altri quattro o cinque senatori, non di più. C’è un certo possibilismo sul voto favorevole di Lello Ciampolillo, Luigi di Marzio e Marinella Pacifico, che eletti nel Movimento 5 Stelle sono da tempo usciti o stati espulsi. Meno probabile che il governo goda dell’appoggio di altri due ex pentastellati, Mario Michele Giarrusso e Tiziana Carmela Rosaria Drago. Non sembrano esserci all’interno del gruppo Italia Viva al Senato delle defiance: guidati da Renzi, sembrano avere le idee chiare sul da farsi. E c’è chi, come Clemente Mastella, dopo aver lavorato per provare a ottenere i numeri necessari al Senato, ipotizza come andrà a finire: un governo Conte ter, con un rimpasto e Italia Viva che rientra in maggioranza. In tal modo, quella mezza sconfitta del gruppo di Renzi si trasformerebbe addirittura in una vittoria. Intanto però si sarà perso tempo dietro i giochi della politica.