Un’operazione contro l’ndrangheta dei carabinieri di Reggio Calabria ha portato a 49 misure di custodia cautelare: tra esse anche quella al primo cittadino di Rosarno, Giuseppe Idà.
Alle prime luci dell’alba della mattina di oggi, lunedì 18 gennaio, i carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria hanno dato il via a una grossa operazione contro l’ndrangheta denominata “Faust”. Il blitz è scattato a Rosarno, Polisterna e Anoia e nelle province di Messina, Vibo Valentia, Salerno, Matera, Brindisi, Taranto, Alessandria e Pavia.
I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa a cui parteciperanno il Procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri e il Procuratore della Repubblica aggiunto Gaetano Calogero Paci.
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Operazione dei carabinieri contro l’ndrangheta: gli arresti
Le indagini, portate avanti dalla Direzione Distrettuale Antimafia e coordinate dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri e dal procuratore aggiunto Gaetano Calogero Paci, hanno portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip, nei confronti di 49 persone.
Il provvedimento emesso è l’esito di una complessa attività investigativa avviate nel 2016. Le accuse a vario titolo a carico degli arrestati sono di: associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, traffico di stupefacenti, detenzione illegale di armi, tentato omicidio, usura e procurata inosservanza di pena.
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Tra gli arresti figura anche quello del sindaco di Rosarno Giuseppe Idà e di un consigliere comunale, per cui sono stati disposti i domiciliari. Secondo quanto emerso dalle indagini, i due avrebbero ricevuto l’appoggio della cosca Pisano, nota anche come “i diavoli di Rosarno”, in cambio di favori: la promessa sarebbe stata quella di offrire incarichi in Comune a uomini di fiducia del gruppo criminale. È emerso che la cosca intrattenesse rapporti anche con altri storici gruppi d’ndrangheta del territorio.