L’allenatrice Alice Broccoli è stata sospesa per essersi rifiutata di rimuovere foto sexy dal suo profilo Instagram. Lei ora promette una battaglia legale ma non solo i suoi calciatori si sono fatti fotografare in slip in segno di solidarietà.
Alice Broccoli, 33 anni, allenatrice di una squadra parrocchiale di calcetto under 12 di Roma sta suscitando clamore negli ambienti sportivi e non solo.
La giovane, tifosa dell’Atalanta e appassionata di tatuaggi, è stata esonerata per essersi rifiutata di cancellare le sue foto sexy dai social network. La sua squadra per protesta ha sospeso gli allenamenti e si è fatta fotografare in mutande in segno di solidarietà. Intanto Alice si difende e promette battaglia.
Il caso è scoppiato pochi giorni fa quando i vertici dell’Asd San Martino a San Leone I, società amatoriale della parrocchia del Pigneto a Roma, hanno deciso di sospendere Alice Broccoli dal ruolo di allenatrice della squadra di calcio a cinque under 12. La società avrebbe chiesto alla 33enne di origini lombarde di rimuovere le foto sexy dal suo profilo Instagram, ma soprattutto non avrebbe gradito la quantità di tatuaggi sul corpo della ragazza. Il rifiuto di lei avrebbe incrinato il rapporto con la società ed ecco arrivare l’esonero. Un rapporto non “fresco” ma lungo diversi anni nei quali Alice ha ricoperto diversi ruoli prima dirigente, poi aiuto allenatore con i “Piccoli Amici” e infine la conquista della panchina come primo allenatore degli esordienti.
A raccontare quanto accaduto è l’allenatrice, Alice Broccoli, che a Fanpage ha spiegato: “Lunedì un mio collega è stato chiamato dal Presidente con una scusa e gli è stato detto: ‘Non posso più far allenare Alice per le foto che pubblica su Instagram. Si vedono i tatuaggi, è una cosa oscena’. Addirittura è stato detto che sono indifendibile per quelle foto”. Tutta colpa delle foto pubblicate sulla sua pagina Instagram, ora sospesa, che l’hanno messa nel mirino dei giudizi: “Hanno detto che un’allenatrice ed educatrice non può pubblicare certe foto su Instagram. Ma non sono foto volgari, non sono porno: nulla di tutto questo. Sono solo foto al mare in costume, in altre ho la maglietta dell’Atalanta con gli slip, ma si vedono solo le gambe: sono magliette non scollate, non attillate, larghe, lunghe. Non si vede niente”.
L’allenatrice promette di dare battaglia legale alla società dove, ha raccontato ancora a Fanpage, ha dovuto sgomitare per conquistarsi la fiducia e dove, per la passione per il calcio, ha accettato di prendere compensi inferiori a quelli degli altri colleghi: “La società non mi ha mai contattato neanche per scusarsi. Nessuno si è degnato di alzare il telefono e dirmi qualcosa. Sono stata buttata fuori nel peggiore modo. Solo il presidente mi ha telefonato il martedì mattina, per dirmi se potevo cancellare le foto del mio account. Non ho intenzione di farlo: non mi devo vergognare di niente. Non posso accettare questa cosa, non posso far finta di niente e stare zitta. Ammetterei una colpa che non sento di avere”.
La squadra si è rifiutata di scendere in campo senza la guida della loro allenatrice. E come gesto di solidarietà alcuni piccoli calciatori si sono fatti fotografare in slip e suoi social hanno lanciato la campagna #iostoconalice.
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