Scialpi chiede aiuto: “Sono in condizioni disperate, sono pronto a fare anche il cameriere”

Il cantante lancia un grido d’allarme. La sua carriera è stata rovinata dal Covid e ora cerca disperatamente lavoro. 

(Instagram)

Il mondo degli artisti è una delle tante categorie che soffre maggiormente la crisi economica dovuta al Covid. Con lo stop agli spettacoli e ai concerti, gli artisti non lavorano da mesi e i sussidi ricevuti dello Stato non bastano per sopravvivere. Scialpi, al secolo Giovanni Scialpi, conosciuto anche con lo pseudonimo Shalpy, si è sfogato con la rivista Rolling Stones, lanciando un grido di aiuto condiviso da tanti altri lavoratori dello spettacolo.

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L’appello di Scialpi: “Sono disposto a fare anche il cameriere”

Il cantante ha avuto una carriera soddisfacente, soprattutto negli anni Ottanta quando è diventato molto popolare tra i giovani con brani come Rocking RollingCigarettes and Coffee e No East No West. Scialpi ha vinto il Festival di Sanremo nel 1988  in coppia con Scarlett, con Pregherei. Dopo quel successo ha militato ancora per molto tempo nel mondo della musica senza, tuttavia, sfondare del tutto. La crisi dovuta al Covid ha acuito ancora di più la situazione di precarietà e neanche il suo ultimo lavoro, Let it snow, uscito nel novembre 2020 e pensato per un pubblico internazionale, ha risollevato la sua situazione.

Dalle pagine della rivista Rolling Stones ha deciso di lanciare un grido di allarme disperato: “Ho investito gli ultimi soldi che avevo in un singolo che frutterà poche centinaia di euro. Ho 58 anni e sono nelle condizioni di un esordiente. Mi trovo nello stesso stato di una persona che ha perso il lavoro da tempo. I soldi di Let It Snow mi arriveranno fra cinque mesi. Forse guadagnerò qualche centinaio di euro” ha dichiarato il cantante.

Scialpi, pur di sopravvivere, è disposto a afre qualsiasi tipo di lavoro, anche il cameriere ma, con i ristoranti chiusi, non sembra un’impresa facile ora: “Sarei anche disposto a fare il cameriere o qualsiasi altra cosa mi venisse proposta. Io sono molte cose, posso affrontare tanti ambiti lavorativi. Farei qualsiasi cosa mi dia la possibilità di essere me stesso. Non sono una cattiva persona e vorrei aiutare il prossimo come fa un prete in chiesa o un professore a scuola”. Con la sua testimonianza, Scialpi vuole essere portavoce di tutta la categoria degli artisti e spera di suscitare interesse in un Governo che pare non voler tenere in considerazione questa fetta di lavoratori.

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Il suo grido di allarme arriva pochi giorni dopo la tragica morte del noto jazzista, Adriano Urso, morto d’infarto a 40 anni, mentre consegnava i pasti come rider in un palazzo della periferia romana. Ma anche Kimen Farias, musicista argentino che dopo aver partecipato a X Factor, è finito in una capanna nella riserva dell’Insugherata.

 

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