Il giudice ha bloccato l’esecuzione con iniezione letale a Lisa Montgomery: sarebbe stata la prima detenuta ad essere uccisa a livello federale negli Usa dopo circa 70 anni.
Lisa Montgomery ha ottenuto la sospensione dell’esecuzione prevista per oggi, 12 gennaio, al Federal Correctional Complex di Terre Haute, nell’Indiana: il giudice Patrick Hanlon si è appellato alla necessità di valutare le capacità mentali della donna. La detenuta sarebbe stata la prima a livello federale negli Stati Uniti dopo quasi 70 anni a ricevere l’iniezione letale. Adesso per la donna è stata chiesta una perizia psichiatrica.
Secondo la difesa, la condannata a morte avrebbe subito seri danni cerebrali in seguito agli abusi sessuali del patrigno subiti durante l’infanzia. Come spiegato dal giudice statunitense, “le informazioni presentate alla Corte contengono numerose prove che lo stato mentale della donna è così lontano dalla realtà che non può comprendere razionalmente il motivo della sua esecuzione”.
La decisione di bloccare l’iniezione letale arriva una decina di giorni prima dell’inaugurazione ufficiale della presidenza di Joe Biden negli Stati Uniti d’America. Il presidente neoeletto è sempre stato un forte oppositore della pena di morte, a differenza di Donald Trump. La condanna a morte della detenuta aveva scaturito nel Paese numerose polemiche.
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Il brutale omicidio commesso da Lisa Montgomery
Lisa Montgomery, oggi 53enne, è stata condannata alla pena capitale per un atroce crimine commesso nel dicembre del 2004. Con la scusa di voler acquistare dei cuccioli di cane, si recò in Missouri nell’abitazione di una ragazza di 23 anni incinta di otto mesi, Bobbie Jo Stinnett.
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Dopo essere entrata nella casa, Montgomery strangolò prima la giovane, poi le tagliò il ventre per estrarre viva la bimba che portava nel grembo con l’idea di farla passare per sua. La neonata fu in seguito recuperata dalle autorità e restituita al compagno della vittima.