Buco dell’ozono Antartide, dopo una veloce accelerazione alla fine dell’estate, finisce la riduzione dell’atmosfera su quel punto del pianeta
Era il più grande del pianeta e da metà agosto era cresciuto così rapidamente da toccare il 20 settembre la grandezza di 25 milioni di chilometri quadrati sul continente antartico. Stiamo parlando del buco dell’ozono che qualche giorno fa, alla fine di dicembre, si è chiuso.
A darne notizia è l’Omm, l’Organizzazione Mondiale della Meteorologia che fa sapere che la chiusura del buco più grande e profondo degli ultimi quarant’anni è dovuto “dopo una stagione eccezionale, a condizioni meteorologiche naturali”.
C’è stato un vortice polare forte, stabile, con temperature molto fredde nella stratosfera (da dieci chilometri a circa cinquanta chilometri d’altitudine) che aveva portato a quella condizione.
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Buco dell’ozono, il richiamo al rispetto del protocollo di Montreal
Si è chiuso il buco dell’ozono, record in Antartide#ANSA https://t.co/HLbE5V4DSt
— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) January 8, 2021
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“Abbiamo bisogno di un’azione internazionale continua per applicare il protocollo di Montreal” ha detto Oksana Tarasova che nell’Omm ricopre il ruolo di capo della divisione di ricerca sull’ambiente atmosferico.
Il protocollo a cui si fa richiamo è vecchio di 34 anni. Fu siglato nel 1987 nella città canadese ma ancora oggi le autorità internazionali dopo tanto tempo invitano affinché venga applicato. Vieta l’emissione di sostanze chimiche che riducono lo strato dell’ozono. È una situazione diversa e in contrasto con il buco dell’ozono antartico, più piccolo e di durata più breve rispetto a quello che è stato registrato nel 2019.