Dal sonetto di Belli per la frase cult alla lite con Aldo Fabrizi, dalla guest star della famiglia Casamonica al mancato ruolo di Gigi Proietti: 5 curiosità sul Marchese del Grillo che proprio non potete conoscere
Nel 1981 l’Italia ancora vittima delle incursioni del terrorismo rosso e nero decise che era arrivato il momento di tornare a ridere sul serio, “Quanno se scherza bisogna èsse’ seri”, premiando al botteghino il film cult per eccellenza di Alberto Sordi, “Il Marchese del Grillo”.
Basti pensare che nell’anno solare dell’uscita, il film diretto dal grande Mario Monicelli si lasciò alla spalle pezzi da novanta della storia del cinema come “Il Tempo delle Mele”, “Indiana Jones e I predatori dell’arca perduta” e Agente 007 – Solo per i tuoi occhi.
I motivi sono facilmente intuibili, Alberto Sordi e Mario Monicelli al tempo rispettivamente 61 e 65 anni al culmine della carriera per non tacere del giovane Nicola Piovani, poi Premio Oscar, alla prima grande colonna sonora della sua carriera. Il film, ambientato nel 1809 vinse il David di Donatello e il Festival di Berlino oltre a diventare negli anni un cult assoluto. Quest’anno ricorrono i 40 anni dall’uscita in sala e il primo canale a trasmetterlo sarà oggi, 5 gennaio, Rete 4 di Mediaset.
Ma siete sicuri di sapere davvero tutto sul grande film di Alberto Sordi. Scommettiamo di no. Ecco cinque curiosità che proprio non potete conoscere.
Partiamo dalla frase cult “Mi dispiace, ma io so’ io e voi non siete un cazzo!” pronunciata dal Marchese Onofrio del Grillo ai popolani con cui si era accapigliato in Hostaria. E’ una citazione del sonetto di Giuseppe Gioacchino Belli “Li soprani der Monno” che inizia così “C’era una vorta un Re cche ddar palazzo, mannò ffora a li popoli st’editto:’ Io sò io, e vvoi nun zete un cazzo'”.
Passiamo poi alla piccola strega che minaccia un malocchio al Marchese se non riceve l’obolo promesso. Si tratta di un giovane esponente della famiglia Casamonica, la strega in realtà è un maschietto affetto da una grave patologia dermatologica che in tenera età lo privò dei capelli.
Il capo brigante, Don Bastiano, anziché da Flavio Bucci doveva essere interpretato da Gigi Proietti. Ma mentre Sordi e Proietti prendevano accordi per la realizzazione del film al grande mattatore recentemente scomparso arrivò l’offerta di realizzare la mini serie RAI “Fregoli” sul noto attore romano Leopoldo più volte indicato dallo stesso Proietti, insieme a Ettore Petrolini, come il modello a cui si ispirava. Lo stesso Proietti indicò Bucci a Sordi come possibile sostituto.
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Il Marchese del Grillo doveva essere girato già negli anni 60. Da Hollywood erano giunte diverse proposte di copione ad Alberto Sordi che però non le aveva giudicate valide. Un progetto sulla nota figura della casata dei Grillo era in animo anche di Aldo Fabrizi che, nel momento in cui il film uscì nelle sale, rilasciò alcune piccate dichiarazioni contro Sordi accusandolo perfino di “furto di idee”. La Storia ci insegna che Fabrizi amico e mentore di Sordi alla fine subissò di complimenti Albertone e la pace scattò, come sempre tra i due, davanti a un piatto di pasta alla carbonara.
Ultima curiosità. il Marchese Onofrio del Grillo è esistito davvero, nato a Roma nel 1714 e morto nella Città Eterna ne 1787, quasi 25 anni prima dell’ambientazione del film. Ricoprì diversi incarichi pubblici nella Roma papalina ma non era un uomo particolarmente spiritoso. Al contrario del suo erede, Giuliano, indicato nei racconti popolari come un nobile della Casata del Grillo abituato a fare scherzi, anche crudeli, ai sottoposti. Monicelli di fatto ha unito le due figure dando vita ad un personaggio immortale.
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