Il governo ha avviato con le Regioni e il Comitato tecnico scientifico le discussioni per stabilire le misure da attuare dal 7 gennaio in poi: l’ipotesi è un provvedimento “ponte” fino alla scadenza del Dpcm di dicembre.
Mercoledì 6 gennaio scade il decreto natalizio, mentre venerdì 15 scade l’ultimo Dpcm di dicembre: il governo ha iniziato a valutare in che modo affrontare l’emergenza coronavirus nelle prossime settimane.
Nel corso dell’ultimo vertice con Stato e Regioni tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, il ministro della Salute Roberto Speranza, i capidelegazione della maggioranza, i presidenti delle Regioni e i membri del Cts sono stati messi sul tavolo gli scenari possibili per il Paese.
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Le ipotesi per l’Italia dal 7 gennaio
Secondo le prime indiscrezioni tra il 7 e il 15 gennaio potrebbe essere attuato un provvedimento “ponte”, con l’ipotesi di stabilire una zona rossa generalizzata durante il weekend del 9-10 gennaio. Il 7 e l’8 tutta l’Italia potrebbe invece passare al colore giallo, in attesa di stabilire le nuove fasce di rischio, mentre dall’11 al 15 il colore potrebbe essere arancione.
Il divieto in vigore durante del feste di Natale e Capodanno che prevedeva la possibilità di ospitare a casa massimo due persone non conviventi, minori di 14 anni esclusi, potrebbe essere prorogato. Anche i limiti agli spostamenti tra Comuni o Regioni potrebbero essere confermati, come anche le restrizioni per bar, ristoranti e attività commerciali.
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I possibili colori delle Regioni
Tra giovedì e venerdì è previsto il nuovo Report dell’Istituto Superiore di Sanità per poter stabilire i nuovi eventuali criteri per accedere alla zona rossa o arancione. “Stiamo facendo fare un approfondimento ai tecnici in modo da abbassare le soglie dell’Rt – ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza – la proposta non è di cambiare i parametri, che restano gli stessi perché hanno funzionato, ma le soglie di accesso ad una zona”.
I presidenti delle Regioni durante il vertice con il governo sono stati quasi tutti d’accordo nel richiedere misure rigorose anche nelle prossime settimane, purché siano chiare e a patto che siano garantiti i ristori ai lavoratori danneggiati dalle restrizioni. Sulla base dei dati della Cabina di regia per il monitoraggio del rischio, si stabilirà il colore che ogni Regione dovrà avere dopo il provvedimento “ponte”.
Secondo i primi dati derivanti dai numeri del contagio e dall’indice Rt, al momento rischiano di diventare arancioni soprattutto Calabria, Liguria e Veneto, ma rischiano anche Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche. Il resto del Paese dovrebbe invece diventare zona gialla.