Liv Ferracchiati, il tuor dei suoi spettacoli ottenendo sempre più successo. Quali sono le opera di maggiore successo
Liv Ferracchiati è un giovane regista e attore teatrale 35enne. Umbro di Todi, nel 2014 arriva il diploma in regia teatrale presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano, titolo raggiunto dopo la laurea in Letteratura, Musica e spettacolo presso la La Sapienza di Roma.
Fonda la compagnia teatrale The Baby Walk ma già precedentemente c’era stato l’esordio: luglio 2013 debutta al Teatro Parenti di Milano con l’opera Pulp Hamlet e dopo un anno c’è la prima nazionale di Sulla sabbia di Albert Ostermaier, al Piccolo di Milano. Il vero successo arriva però con la Trilogia sull’identità.
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Liv Ferracchiati, la trilogia che racconta il passaggio interiore
Peter Pan guarda sotto le gonne, Stabat Mater e Un esquimese in Amazzonia; sono questi i tre titoli dell’opera che ha come protagonista un transgender (nello specifico, da femmina a maschio) in tre diverse età.
La rappresentazione può essere definita alla portata di tutti perché il linguaggio è semplice e le scene minime. Nulla di impegnativo, non ci sono allegorie o chissà quali acrobatici riferimenti. Lo sguardo è sì indagatore ma accessibile a tutti.
Una storia dove si narra i sentimenti di chi sente la necessità di “cambiare” perché si è sempre sentito in un certo modo; c’è dunque da essere diversi solo esteriormente perché i le emozioni, le pulsioni e i sentimenti sono sempre stati quelli “dell’altro” genere sessuale.
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Il percorso raccontato è quello mentale, emotivo, e non fisico. Un viaggio di passaggio che comincia molto prima della transizione vera e propria da un corpo a un altro. Una decisione già presa, un modo di concepire già interiorizzato.