Il regista Gianfranco De Bosio lancia un appello al “cantattore” Renato Zero: “Ti spalanco le porte di casa, ma non tardare”.
Il sergente di ferro del teatro italiano Gianfranco De Bosio, lancia un appello ad un suo ex allievo, Renato Zero. I due non si vedono da molto tempo ma la stima reciproca che l’uno nutre nei confronti dell’altro è sempre stata inattaccabile.
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Gianfranco De Bosio, regista, sceneggiatore, docente e persino partigiano veronese è una delle figure più importanti nel mondo della regia cinematografica, teatrale e televisiva italiana. Nasce a Verona nel 1924 e dopo aver preso parte alla resistenza contro il nazifascismo, De Bosio si iscrive all’università di Padova dove fonda anche un teatro. Il suo nome è strettamente legato a quello del Ruzante, attore e scrittore italiano del XVI secolo, che riscopre e di cui porta in scena le opere.
La sua carriera, dunque, prende avvio da giovanissimo e lo porterà a ricoprire ruoli importantissimi: dal 1957 al 1968 dirigerà il Teatro Stabile di Torino, dal 1968 al 1970 e poi ancora dal 1992 al 1998 sarà Sovrintendente dell’Ente Lirico Arena di Verona. Nel 1972, proprio mentre si apprestava a chiudere il suo primo mandato come Sovrintendente dell’Arena, il “sergente di ferro” come era soprannominato De Bosio, si apprestava anche a portare in scena un’opera inedita del Ruzante, “L’Anconitana”, al Teatro Olimpico di Vicenza.
Tra gli aspiranti attori che si presentarono alle audizioni, ci fu anche un – allora sconosciuto – Renato Zero. De Bosio aveva un certo occhio nell’individuare i talenti e, fin da subito, quel ragazzo mingherlino gli sembrò avesse la giusta stoffa per fare l’attore. Renato Zero si aggiudica così una delle parti principali di quell’opera: quella di Tristano, l’innamorato di Isotta.
Quel giovane e inesperto attore diventerà poi il Renato nazionale, colui che per primo porta la musica leggera sul palcoscenico in modo teatrale: il trucco sul viso, i lustrini, i costumi sgargianti, le piume e la mimica e il linguaggio del corpo. “Non l’ho più incontrato di persona ma ho sempre seguito il suo percorso artistico. Profondo e spiritoso, un connubio raro, direi eccezionale. Le sue parole nei miei confronti mi hanno commosso” dice De Bosio.
Qualche tempo fa, infatti, Renato Zero aveva detto del suo maestro: “I suoi suggerimenti sono stati preziosi; un grande maestro. Mi farebbe piacere abbracciarlo forte e ringraziarlo di persona. I maestri come lui vanno onorati. Cosa succederà quando non ci saranno più personaggi come De Bosio a avvicinarci alla musica, al teatro, alla poesia? Bisognerà organizzare delle sedute spiritiche”.
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Proprio per questo, prima di ricorrere ad una seduta spiritica, Gianfranco De Bosio vorrebbe riabbracciare il suo allievo: “Sarei felice di incontrarlo nella mia casa a Milano; non è semplice di questi tempi, ma lo preferirei mille volte alle sedute spiritiche! Caro Renato, sarai il benvenuto in qualsiasi momento, ma non tardare troppo, la vita è breve!”.
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