La campionessa paralimpica Giusy Barraco, derubata a novembre della sua carrozzina, ha raccontato la sua storia a Famiglia Cristiana.
Quella di Giusy Barraco, campionessa paralimpica di nuoto, è la storia di chi non si arrende mai di fronte alle avversità della vita. Solo pochi mesi fa era stata vittima del furto della sua carrozzina: “Per loro sarà qualcosa di non prezioso o poco importante, ma per me rappresenta tanti ricordi. Mi hanno tolto le gambe per la seconda volta. La prima a farlo è stata la malattia”, aveva raccontato la campionessa.
Dopo la brutta notizia non è mancata la solidarietà di tante persone da tutta Italia e un imprenditore del Molise, Rino Morelli, le ha regalato una carrozzina nuova. “Le mie nuove gambe”, come da lei stessa affermato con gratitudine.
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Giusy Barraco è stata dal 2013 al 2017 campionessa paralimpica italiana di nuoto, nelle specialità dorso e stile libero. Intervistata da Famiglia Cristiana, ha parlato della sua malattia e di come lo sport l’abbia salvata: “Inizialmente il nuoto non mi piaceva, amo l’acqua ma la temo per le problematiche che ho. Man mano che facevo le lezioni arrivava però l’entusiasmo e adesso io e l’acqua siamo una cosa sola”.
Giusy ha spiegato che il suo corpo in piscina risponde nella maniera adeguata: “Mi sento libera, mi separo dalla sedia e mi sento un pesciolino. In acqua siamo tutti uguali”. La campionessa ha raccontato i momenti difficili vissuti prima che un’amica la avvicinasse al nuoto, spiegando di essere stata vittima di mobbing sul lavoro per la sua disabilità.
La malattia di cui soffre da quando è piccola è la Charcot-Marie-Tooth, nota anche come Neuropatia motorio-sensitiva ereditaria. Si tratta di una rara sindrome che colpisce il sistema nervoso periferico. Caratterizzata da debolezza e atrofia dei muscoli, può comportare anche diverse altre complicanze, come quella della paralisi progressiva delle corde vocali che sta affliggendo la campionessa.
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Tuttavia Giusy Barraco non si arrende, trascorrendo le sue giornate tra carrozzina e palestra “perché la vita va vissuta, sennò resterei a casa ad aspettare il prossimo peggioramento”. Per raccontare la sua vita, la campionessa di nuoto ha spiegato di aver dato vita al progetto teatrale “Pina volante a muso duro”, sottolineando di non voler cadere nel pietismo, ma di voler portare sul palco un momento di riflessione e spensieratezza.
“Io lotto contro questa malattia che non si sa cosa ti può riservare – ha raccontato Giusy in merito alla disabilità – Io ci convivo e combatto perché non voglio che nessuno ci consideri scarti della società, ma uomini e donne con le tante capacità che abbiamo. Lottiamo per i nostri sogni perché siamo noi a decidere della nostra vita”.
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