Una straordinaria scoperta è stata rivelata oggi, 26 dicembre, dai ricercatori del Parco archeologico di Pompei, si tratta di un Termopolio della Regio V: ecco cosa è e come funzionava.
Il Grande Progetto Pompei regala al mondo dell’archeologica e dei Beni Culturali italiani un nuovo prezioso ritrovamento. Si tratta di un termopolio in perfetto stato di conservazione. Già nel 2019 erano affiorati nuovi importanti reperti nelle zona situata tra il vicolo delle Nozze d’argento e il vicolo dei Balconi, ma nulla faceva presagire un ulteriore scoperta di questo livello. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Il termopolio era un luogo dove si servivano le bevande e cibi caldi, una sorta di fast-food ante-litteram composto da grandi giare, la dolia, incassate in un bancone in muratura. Al tempo del mondo romano era usanza consumare il pranzo in strada. Solo nel parco archeologico di Pompei se ne contano ottantacinque ma nessuno di questa fattezza e completezza.
Il termopolio restituito alla visione è interamente dipinto e perfettamente conservato. Addirittura all’interno delle dolie sono stati rinvenute delle tracce di cibo, anch’esse perfettamente conservate dalla colata di lava che nel 79 ac investì la città. Sul bancone dalle foto e dei video diffuse dal Ministero dei Beni Culturali si possono apprezzare una ninfa marina a cavallo e altri animali, probabilmente i prodotti che venivano serviti, con colori accesi e violenti, quasi tridimensionali.
Molto interessante anche la parte relativa alle iscrizioni grafiche presenti nel “fast-food”, in particolare quella dove compare una sorta di sberleffo, riferito. probabilmente al proprietario del termopolio. Nicia cinede cacator si legge nella cornice di una iscrizione, la cui traduzione, più o meno letterale è riferita ad un liberto, un uomo liberato dalla schiavitù, tal Nicia, “cacatore, invertito” il cui significato di beffa è ben chiaro.
Da segnalare che nel locale del termopolio sono state ritrovate anche le ossa di un uomo di circa 50 anni sorpreso nella mensa dalla colata piroplastica che al tempo ne determinò la morte. Probabilmente un avventore. Nella parte retrostante il bancone sono stati rinvenuti materiali da dispensa, da asporto e trasporto. Tredici pezzi complessivi e nello specifico nove anfore, una patera di bronzo, due fiasche ed un’olla di ceramica per la mensa.
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Grande soddisfazione è stata, ovviamente, espressa dal Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini il quale in un tweet lanciato dall’account ufficiale del Dicastero ha definito la scoperta come “nuovi importanti documenti per la ricerca” unendo i dettagli tecnici del ritrovamento che sono disponibili a questo link
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