L’ex mezzofondista Salvatore Antibo, argento all’Olimpiade di Seul ’88 e doppio oro agli Europei di Spalato ’90, ha rivelato alla Gazzetta dello Sport le sue condizioni di salute.
“Quando arrivano le crisi io per tre minuti sono morto”. Salvatore Antibo, oggi 58enne, ha parlato della malattia incurabile contro cui lotta da tempo: l’epilessia. In un’intervista esclusiva alla Gazzetta dello Sport, l’ex atleta ha rivelato il momento complicato che sta attraversando a causa della pandemia.
Antibo ha spiegato di avere in media 60 crisi epilettiche al mese, tra le due e le quattro al giorno. L’unica possibilità di ridurre il numero è data da un’operazione che porterebbe all’inserimento di un elettrostimolatore vagale all’altezza della spalla. L’emergenza Covid ha tuttavia stravolto i piani: “Sono in attesa dell’intervento da giugno ma la pandemia ha bloccato tutto il sistema sanitario. E poi se dovessi entrare in un ospedale sarei a forte rischio, con questo virus durerei forse due giorni”.
“Io non voglio aiuti – ha evidenziato l’ex campione italiano – vorrei solo essere trattato come tutti quei cittadini che hanno bisogno di cure mediche. E se l’Italia non è in grado di offrirle dovrebbe vergognarsi”. Salvatore Antibo, che oggi ha due figli e continua a vivere nella sua Sicilia, si sente abbandonato: “A questo Paese ho dato il cuore, ho vinto tanto ma non ho ricevuto nulla. Ormai sono scomparso”.
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Salvatore Antibo, soprannominato Totò, è nato nel 1962 ad Altofonte, dove ancora oggi vive. A 17 anni fu indirizzato al fondo, ottenendo grandi risultati nella categoria juniores. Nel corso della sua carriera da mezzofondista ha partecipato a due Olimpiadi.
Ai Giochi olimpici di Los Angeles del 1984 si classificò in quarta posizione nella finale dei 10.000 metri, che fu vinta da Alberto Cova. Nel 1988 durante le Olimpiadi di Seul riuscì invece a vincere la medaglia d’argento, dando inizio ai suoi anni d’oro: per quasi tre anni restò infatti imbattuto.
Nel 1989 vinse i 10.000 metri della Coppa del Mondo rappresentando l’Europa e resta l’unico italiano ad aver vinto la competizione. Nel 1990, in occasione degli Europei di Spalato, vinse la medaglia d’oro sia nei 10.000 metri che nei 5000 metri piani. La sua striscia di imbattibilità fu interrotta nel 1991 dall’atleta marocchino Khalid Skah.
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Durante i Mondiali di Tokio la sua vincente carriera ebbe un brusco stop: nel corso della gara fu vittima di un improvviso calo fisico causato dall’epilessia e si classificò ultimo. L’atleta italiano provò a continuare a gareggiare nei successivi due anni, per poi appendere gli scarpini al chiodo.
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