Casalbordino, esplosione alla ‘Sabino Esplodenti’: morti 3 padri di famiglia. Domani la rimozione delle salme.
Una tragedia immane quella che nel pomeriggio di ieri si è consumata a Casalbordino, in provincia di Chieti. L’improvvisa esplosione alla ‘Sabino Esplodenti’, storica azienda che si occupa oltre alla produzione di fuochi d’artificio anche del recupero e dello smaltimento di munizioni belliche, ha falciato 3 vite: Paolo Pepe, 45 anni, di Pollutri; Carlo Spinelli, 54 anni, di Casalbordino e Nicola Colameo, di Guilmi, di 46 anni.
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Chi sono le vittime dell’esplosione a Casalbordino
Paolo, Carlo e Nicola: sono questi i nomi delle 3 vittime dell’esplosione avvenuta ieri alla ‘Sabino Esplodenti’ di Casalbordino. 3 lavoratori, 3 compagni di vita, 3 padri di famiglia. Immediati i soccorsi con ambulanze ed elicotteri da tutta la zona e gli interventi dei Vigili del Fuoco. Per i 3 operai, però, non c’è stato nulla da fare, sono morti sul colpo. Le salme saranno recuperate solo domani, dopo che i Vigili del Fuoco potranno dare il via agli artificieri per l’ingresso nella zona.
Paolo Pepe, 45 anni, viveva nel centro storico di Pollutri con la compagna Anna e il figlioletto Nicholas, che compirà 3 anni tra pochi giorni. Sempre molto attivo alla vita sociale del paese, è ricordato da tutti come sempre sorridente e infaticabile. Da qualche tempo era anche vicepresidente della sezione locale dell’Avis. Anche i suoi fratelli lavorano nella stessa azienda. Il sindaco di Pollutri, Nicola Mario Di Carlo, ha detto: “Siamo affranti, sarà un Natale tristissimo”.
Carlo Spinelli, 54 anni, di Casalbordino, lascia una compagna e 3 figli. Il sindaco della cittadina abruzzese, Filippo Marinucci, ha dedicato un lungo post alle vittime e ha proclamato il lutto cittadino nel giorno dei funerali di Carlo.
Nicola Colameo, 46 anni, viveva a Guilmi, un piccolo paesino di 400 anime nel chietino. Lascia la moglie e i suoi 2 figli, di 14 e 16 anni. Il sindaco di Guilmi, Carlo Racciatti, è distrutto dal dolore e in lacrime dichiara alle tv locali: “Nicola era parente, amico. In paese siamo in 400, ci conosciamo tutti. Era prezioso per la comunità. Era l’anima della Pro loco e del comitato feste. Era sempre disponibile”.
Cosa è accaduto alla ‘Sabino Esplodenti’
Da quello che si sa finora, l’esplosione della fabbrica, nota in tutta Italia, è avvenuta poco dopo pranzo, all’altezza dell’altoforno. Cosa sia potuto accadere esattamente dovrà chiarirlo la Procura della Repubblica di Vasto che ha aperto immediatamente un fascicolo sull’accaduto. Secondo Gianluca Salvatore, uno dei titolari e rappresentante legale dell’azienda, le 3 vittime non erano impegnate in nessuna lavorazione ma stavano semplicemente spostando dell’esplosivo leggero da smaltire: “E’ una tragedia immane” ha dichiarato ai giornali locali.
“Parliamo di una azienda che fa della sicurezza il punto principe ma che purtroppo ha anche l’incidente dietro l’angolo. Parliamo di una fabbrica grande venti ettari e dunque vasta, e con un’alta incidenza di pericolosità. Parliamo di una realtà che smaltisce materiale bellico e rende innocue bombe e mine che arrivano da tutta Italia. Si va a detonare gli ordigni bellici recuperando le polveri che vengono bruciate. Mi hanno riferito che tutto è successo nei pressi dell’altoforno e che i tre operai deceduti erano impegnati nello smaltimento di polveri. Sul resto bisognerà far luce…” ha dichiarato il sindaco di Casalbordino.
L’esplosione si è sentita nitidamente a chilometri di sostanza, le abitazioni più vicine sono state immediatamente evacuate. Fermo per ore il traffico stradale sulla statale 16 e la linea ferroviaria. Nella tarda serata di ieri è arrivato anche il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che ha abbandonato la seduta del Consiglio Regionale ed è andato sul luogo dell’incidente per manifestare la sua solidarietà alle comunità colpite.
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Quella di ieri, non è la prima tragedia avvenuta alla ‘Sabino Esplodenti’. Un operaio morì nel 1992, nel 1996 furono due le vittime di una esplosione, due i feriti gravi nel 2009 e nel 2015 nella sede di Noceto (Parma) altri due operai subirono fratture e ferite gravi a seguito di una nuova esplosione.