La nuova grande occasione per il cantautore Erminio Sinni vincitore di The Voice Senior: il Coronavirus e la rinascita.
Ha vinto meritatamente The Voice Senior e a testimoniarlo ci sono i tanti attestati di affetto arrivati in queste ore sui social network. Erminio Sinni, del resto, nella sua vita tutto lo spazio che è riuscito a ottenere negli anni sul mercato discografico, se l’è dovuto conquistare.
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Quello di ieri è l’ultimo tassello di un puzzle complicato come è stata la sua carriera. “Ci sono Natali e feste passate lontano da casa, abbracci di persone viste solo una sera, c’è la consapevolezza di essere precari a vita ma in cambio risvegli sempre con un sogno da realizzare”, aveva scritto ieri prima di salire sul palcoscenico di Raiuno.
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Le parole di Erminio Sinni: la precarietà, la musica, il Coronavirus
La magia della sua musica ha conquistato tutti e arriva alla fine di un anno che lo stesso Erminio Sinni, sempre sui social, aveva definito non facile: “Tante persone come me non lavorano da quasi un anno, ed un uomo senza lavoro non è soltanto un uomo che non guadagna soldi, ma è un uomo perso, senza il suo posto nel mondo. E’ un uomo che non ha la possibilità di confrontarsi, di sfidare il proprio talento, di rimboccarsi le maniche e mettere il suo sudore nel tenere il ritmo di una performance o nel sopportare il nodo di una cravatta stretta per il bene di qualcuno o anche solo per la propria dignità. La categoria dei musicisti in particolare sembra non vedere luce, dato che il bravo cantante e’ proprio quello che crea assembramento. Quanti amici soli che sbattono la testa tra le quattro mura di un monolocale”.
Parole che fanno riflettere quelle del cantautore “famoso” che ha partecipato a The Voice Senior, che si è rimesso in discussione dopo le sue partecipazioni a Sanremo e al Cantagiro, che nella sua carriera ha collaborato con Paola Turci, Riccardo Cocciante e Mia Martini, per citarne alcuni. E che quest’anno ha avuto anche una battaglia difficile da combattere, quella contro il Coronavirus. Aveva spiegato in trasmissione: “Mi sento quasi un reduce, perché in 12 giorni mi hanno curato in una maniera commovente, ho trovato queste persone del reparto Covid di un’umanità incredibile, vestiti da palombari con 40 gradi e passa. Mia madre non ne sa niente. Ho scritto anche una canzone per ringraziare queste persone, di cui non conosco le facce ma gli sono grato”.