Cava de’ Tirreni, Lucia morta a 17 anni dopo un intervento al cuore: indagati 2 medici

Lucia Ferrara è morta nel settembre 2019 al ‘Ruggi’ di Salerno in seguito ad un’operazione: 2 medici ora sono indagati per omicidio colposo. 

(Foto dal web)

Si sono chiuse le indagini sulla morte di Lucia Ferrara, la giovane di 17 anni morta nel settembre dello scorso anno dopo un intervento chirurgico al cuore eseguito presso il ‘Ruggi’ di Salerno.

Il sostituto procuratore Mafalda Daria Cioncada ha indicato i nomi dei 2 responsabili del decesso della ragazza: si tratta del cardiochirurgo Enrico Coscioni – attuale presidente dell’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari nazionale) e consigliere per la Sanità del presidente Vincenzo De Luca – e il chirurgo Antonio Longobardi.

Leggi anche -> Liberi i pescatori rapiti in Libia da Haftar, decisivo il lavoro dei Servizi segreti

Lucia Ferrara: morta a 17 anni dopo un intervento

Era il 18 agosto 2019 quando Lucia Ferrara, originaria di Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno, accusa dei forti mal di testa a casa sua. Viene ricoverata inizialmente per 3 giorni all’ospedale ‘Santa Maria Incoronata dell’Olmo’ di Cava de’ Tirreni. In seguito, Lucia viene trasferita al ‘Ruggi’ e il 29 agosto viene sottoposta ad un intervento di sostituzione della valvola mitralica eseguito.

Un intervento riuscito, ma invece che essere trasferita in terapia intensiva – come previsto – la ragazza rimane nel precedente reparto sino a quando, intorno alle 20, le sue condizioni si aggravano. Il 3 settembre una nuova corsa in sala operatoria, ma questa volta giunge il decesso.

Il padre della giovane vittima, Carmine Ferrara, decide di sporgere immediatamente denuncia ai carabinieri, sottolineando che sia lui, sia sua moglie, sono sempre stati rassicurati.

Stando alle accuse della Procura, i 2 medici ora indagati avrebbero omesso l’indagine strumentale preparatoria finalizzata alla valutazione anatomica delle arterie coronarie”. Inoltre, durante l’intervento, ci sarebbe stata una “errata manualità chirurgica” che provocò “l’occlusione iatrogena dell’arteria circonflessa responsabile dell’infarto acuto del miocardio“.

Leggi anche -> Morta a 9 anni per l’inquinamento: sentenza storica a Londra

Ora, Coscioni e Longobardi hanno 20 giorni per chiedere di essere sentiti dal magistrato o presentare memorie difensive. Solo al termine di questa fase il pm deciderà se chiedere o meno al gip il loro rinvio a giudizio. Archiviato il procedimento a carico degli altri due medici indagati: Gerardo Del Nero e Alessandro Laudani.

Gestione cookie