Mentre gli scienziati suggeriscono di istituire un’unica zona rossa in tutta Italia, il governo si spacca su lockdown e divieti per le feste di Natale.
Dopo la polemica sugli assembramenti dell’ultimo weekend nei bar e nelle vie dello shopping, il governo valuta in queste ore una nuova stretta sulle festività di Natale. Secondo le indiscrezioni, seguendo il suggerimento del comitato tecnico scientifico preoccupato per l’arrivo della terza ondata, a Palazzo Chigi si starebbe pensando di convertire in zona rossa tutta l’Italia.
Una decisione drastica, quella del possibile lockdown nazionale, che starebbe dividendo la maggioranza al governo tra chi vorrebbe lasciare delle misure più elastiche e chi preferirebbe invece imporre restrizioni più rigide. Il timore sarebbe quello di generare proteste sociali e compromettere la “tenuta psicologica” del Paese. Inoltre in caso di lockdown generale sarebbero inevitabili nuovi ulteriori ristori per la chiusura delle attività.
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“Andiamo incontro al periodo più complicato, in cui il tasso di spostamenti e relazioni si alza di molto”, ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza, che insieme al ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia e al ministro per i Beni culturali e turismo Dario Franceschini sarebbe a favore di un lockdown duro “modello Germania”.
Gli esponenti più “rigoristi” della maggioranza spingerebbero per attuare le restrizioni nel prossimo weekend e nelle giornate prefestive e festive: 19-20 dicembre, 24-27 dicembre, 31 dicembre-3gennaio e 5-6 gennaio. L’alternativa sarebbe quella di istituire il lockdown nazionale dal 24 dicembre al 6 gennaio. L’obiettivo è impedire ulteriori assembramenti nelle strade e nei negozi, ed evitare ricongiungimenti tra familiari non conviventi o amici.
In fase di valutazione anche un eventuale anticipo del coprifuoco, che dalle 22 passerebbe alle 20, se non addirittura alle 18. Nel caso di un lockdown rigido verrebbe imposto il divieto assoluto di uscire di casa se non per comprovate necessità, altrimenti con un lockdown soft si chiuderebbero negozi, bar e ristoranti lasciando però una certa libertà di movimento.
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La linea del premier Giuseppe Conte, sostenuta anche dalla ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, sarebbe invece quella di istituire la zona arancione in tutto il Paese, consentendo ai commercianti di mantenere aperte le attività e ai cittadini di spostarsi rispettando le norme anti Covid. Il dibattito all’interno della maggioranza è aperto per cercare di trovare una mediazione tra le parti: la decisione definitiva dovrebbe arrivare entro le prossime 24 ore.
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