L’ultimo successo di Netflix, “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose”, trae spunto da una vicenda reale che in pochi conoscono.
Dal 9 dicembre il catalogo italiano di Netflix ha una new entry: “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose”. Il film racconta la vicenda di un ingegnere bolognese, Giorgio Rosa, che decide di costruire una piccola isola indipendente e autonoma a 500 metri dal confine delle acque territoriali italiane. La trama potrebbe sembrare surreale: non tutti sanno però che l’utopico progetto è stato realmente messo in pratica alla fine degli anni Sessanta.
L’ingegner Rosa, al tempo 33enne, costruì infatti al largo di Rimini una piattaforma galleggiante di 400 metri quadrati. Il 1° maggio 1968 il giovane bolognese la dichiarò unilateralmente Stato sovrano, autoproclamandosi presidente della Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose. Un mese dopo annunciò al mondo la nascita del nuovo Stato con una conferenza stampa. La piattaforma, dotata di un bar-ristorante, diventò in poco tempo un’attrazione turistica.
L’Isola delle Rose fu dotata di una sua moneta, il Mills, e di una lingua ufficiale, l’artificiale esperanto. Come simbolo per la sua bandiera, di colore arancione, Giorgio Rosa scelse tre rose rosse raffigurate su un scudo bianco. L’ingegnere stabilì addirittura un inno nazionale: “Steuermann! Laß die Wacht!” (Timoniere! Smonta di guardia), brano dell’Olandese volante di Richard Wagner.
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L’Isola delle Rose non ebbe vita facile. Già al tempo della costruzione, che richiese diversi anni, la Capitaneria di porto di Rimini cercò di interrompere i lavori perché alcune aree della zona erano già in concessione all’Eni. Il progetto tuttavia andò avanti fino al suo compimento.
Le autorità della Repubblica Italiana iniziarono a ostacolare la trovata dell’ingegnere già nel 1968. Per bloccare il numeroso flusso di visitatori, che secondo lo Stato generavano un significativo giro d’affari eludendo il pagamento delle tasse, fu disposto un blocco navale intorno all’Isola.
Per opporsi alla rigorosa misura, l’ingegnere bolognese inviò addirittura un telegramma all’allora presidente italiano Giuseppe Saragat, senza però ottenere risposta. Pochi mesi dopo arrivò la richiesta ufficiale dello Stato di demolire la piattaforma. Giorgio Rosa presentò ricorso invano e nel febbraio del 1969 l’Isola delle Rose venne fatta esplodere.
L’ultimo film del catalogo italiano offerto da Netflix è stato diretto da Sydney Sibilla nel 2020. La pellicola è stata girata tra Bologna, Rimini, Riccione, Roma, Valle d’Aosta, Anzio e Malta. Il film è stato distribuito sulla celebre piattaforma a partire dal 9 dicembre, diventando in poco tempo un cult.
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La storia ripercorre nascita e fine dell’Isola delle Rose, ponendo l’accento sull’innovativa idea commerciale che rappresentò in Italia sul finire degli anni Sessanta. La vicenda non è presente nei libri di storia e per questo è poco conosciuta. Negli anni passati è stata oggetto di un documentario di Stefano Biasulli e Roberto Naccari, mentre nel 2012 è stata citata da Veltroni nel suo libro.
Tra gli interpreti del film disponibile su Netflix vi sono Elio Germano (nei panni di Giorgio Rosa), Fabrizio Bentivoglio, Luca Zingaretti e Matilda De Angelis.
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