Dolore e lutto nel calcio italiano per la morte di Paolo Rossi, eroe di Spagna 1982, la disperazione di Antonio Cabrini: “Ciao fratello”.
La morte di Paolo Rossi ha sconvolto il mondo del calcio: in tanti che con lui hanno condiviso il rettagolo di gioco e la stessa maglia lo ricordano in queste ore. Ci sono ad esempio i suoi ex compagni di squadra alla Juventus e in Nazionale, ma anche gli avversari che hanno visto la caduta – dopo la vicenda calcioscommesse – e la rinascita dell’attaccante. L’eroe di Spagna 1982, capocannoniere di quel mondiale che gli azzurri di Bearzot vinsero in crescendo, era affetto da un male incurabile.
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Il ricordo di Paolo Rossi: le parole di Dino Zoff e Antonio Cabrini
Un male oscuro, del quale molti non sapevano: lo spiega bene Dino Zoff, che a 42 anni fu campione del mondo con quella nazionale. “Era un po’ che non ci sentivamo, ci avevano detto qualcosa ma non pensavo fosse così grave”, spiega il veterano dei portieri italiani. Quindi aggiunge: “I rapporti con lui erano stupendi, era simpaticissimo. Intelligente, aveva tutto per stare bene. Qualcosa difficile da capire”. Una morte così è sempre difficile da capire: Paolo Rossi aveva solo 64 anni, appena quattro in più di Maradona, altra stella del calcio recentemente scomparsa.
Non si dà pace Antonio Cabrini, il Bell’Antonio che con lui ha condiviso l’esperienza di giocare insieme nella Juventus di Trapattoni. Quella Juve che subito dopo i Mondiali – che per Paolo Rossi significarono anche Pallone d’Oro – vinse due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa delle coppe, una Supercoppa europea e la Coppa dei campioni nel 1985. Cabrini – interpellato dall’agenzia Ansa – non riesce a dire che poche parole, scosso dalla notizia: “Sei mesi fa ho perso un fratello, oggi ne piango un altro. Non voglio dire altro, per me questo non è il momento di parlare”.