Patrick Zaki è l’egiziano che studiava a Bologna. Da febbraio è in carcere e oggi è arrivata la notizia del prolungamento della prigionia
Negli ultimi mesi abbiamo spesso sentito il nome di Patrick Zaku, studente egiziano dell’Università di Bologna detenuto in Egitto, per “propaganda sovversiva”. Il 29enne è in carcere da febbraio 2020 ed è di oggi la notizia che resterà in prigione per altri 45 giorni, quando sarà passato quasi un anno dall’arresto. La decisione di è “crudele e vergognosa” ha detto Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.
La storia inizia indirettamente nel 2011 quando Mubarak, il dittatore a capo del paese dal 1980, viene rovesciato a furor di popolo. I militari con il generale al-Sisi presero il potere ma nel paese le cose non cambiano molto rispetto al regime precedente e Zaki cominciò ad attivarsi sempre di più nel campo dei diritti umani.
La detenzione preventiva di #PatrickZaki è stata prorogata. Decisione crudele e vergognosa. #FreePatrickZaki https://t.co/z2MIoYhXXF
— Riccardo Noury (@RiccardoNoury) December 7, 2020
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Patrick Zaki e Giulio Regeni, vittime del sistema egiziano
Ad ottobre Amr, un amico di Patrick che a causa della situazione in Egitto fuggì a Berlino, raccontò a Le Iene la storia di Zaki che dal settembre 2019 si era iscritto a un Master a Bologna. All’inizio del 2020 decise di tornare dalla sua famiglia per due settimane.
Da allora, però, di Patrick non si è saputo quasi nulla. Incarcerato appena atterrato a Il Cairo, non è mai stato sottoposto a un processo. Quando in carcere incontrò il suo avvocato, gli disse che aveva subito delle torture.
Nessun contatto con la famiglia se non una lettera non molto tempo fa dove diceva di stare bene. Oggi arriva il prolungamento di giorni di prigionia, un altro mese e mezzo. La storia di Patrick Ziri fa pensare subito a Giulio Regeni, il friulano ucciso cinque anni fa nel paese delle Piramidi con la famiglia che è ancora in attesa della verità.
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