Renato De Pedis, “Renatino” è stato un boss della Banda della Magliana di Roma coinvolto nella sparizione di Emanuela Orlandi: è il “Dandi” della Serie Tv “Romanzo Criminale”
Il 2 febbraio 1990 in Via del Pellegrino, una parallela di Corso Vittorio Emanuele, in pieno centro di Roma, Renato De Pedis fu ucciso da otto colpi di pistola. Con la morte dell’ultimo dei fondatori finiva la storia e iniziava una “leggenda” criminale della Banda della Magliana, la mafia di Roma, quella che per almeno trent’anni ha monopolizzato tutte le attività illecite della Capitale.
La Banda nasce ufficialmente nel novembre del 1977 quando Franco Giuseppucci,“Il Libanese” della Serie TV, Renato De Pedis, il “Dandi” e Maurizio Abbatino, l’unico ancora in vita, il “Freddo” della fiction, organizzano il rapimento, con successivo omicidio, del duca Massimiliano Grazioli Lante della Rovere.
Da allora una lunga escalation di atti criminale che hanno porta quella che all’inizio era solo la somma di una serie di “batterie”, piccole bande di ladri, a diventare il più importante sodalizio che abbia mai agito a Roma. Un sodalizio che tramite alcuni “legittimi” eredi come Carminati, il “Samurai” di “Suburra” e le famiglie Spada di Ostia (gli “Adami”) e i Casamonica (gli “Anacleti”) della Romanina arrivano fino al nuovo millennio. Fino a “Mafia Capitale” fino alle “gesta” della fiction di Netflix.
Ma un caso del quale, si parla sempre troppo poco, è il coinvolgimento di Renato De Pedis nella vicenda di Emanuela Orlandi. La Orlandi, figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia e cittadina del Vaticano. Sparì in circostanza misteriose nel luglio del 1983.
La Orlandi, al tempo della sparizione 15enne, uscì di casa in un caldo pomeriggio di luglio per andare a lezione di musica e non fece più ritorno. Diverse le ipotesi investigative seguite. Dal caso di pedofilia, al collegamento con l’attentato al Papa del 1981, da una vendetta legata al Caso Calvi fino al rapimento per ricattare Giovanni Paolo II nel momento del fallimento dello IOR la banca di Città del Vaticano guidata dall’arcivescovo Paul Marcinkus.
E proprio questa pista coinvolge Renato De Pedis che, secondo le accuse dell’ex amante Sabrina Minardi, in parte confermate da Maurizio Abbatino, divenuto nel frattempo pentito, e da Antonio Mancini altro componente della Banda della Magliana, avrebbe eseguito materialmente il rapimento.
In conseguenza di queste accuse, arrivate largamente post mortem, la trasmissione RAI “Chi l’ha visto” riuscì a far riaprire il caso. Dopo una telefonata anonima in trasmissione, si scoprì che la salma di Renato De Pedis, su ordine del Cardinale Vicario di Roma, Ugo Poletti, era stata esumata dal cimitero del Verano e trasferita in una tomba nobiliare all’interno della Chiesa di Sant’Apollinare una delle più prestigiose della Capitale. Un fatto singolare.
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I collegamenti diretti di Renato De Pedis con la sparizione di Emanuela Orlandi, le prove dell’accaduto e, soprattutto, il destino della ragazza di 15 anni sono ancora un mistero. Il caso resta aperto.
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